È arrivato per tutti il portafoglio digitale italiano, l’IT Wallet. Il governo ha seguito la roadmap stabilita per dare a tutti i cittadini, a partire dallo scorso 4 dicembre, la possibilità di salvare i propri documenti all’interno della app IO, disponibile sia su iOS che su Android.

Che cos’è IO

L’app IO (che è totalmente gratuita) era diventata famosa con il green-pass durante la pandemia. Era stata pensata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri (per la precisione dal Team per la Trasformazione Digitale e realizzata da PagoPa società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) come uno strumento di cashback dello Stato per i cittadini e poi per dare accesso a (quasi) tutte le comunicazioni che li riguardano. Infatti, nella app è possibile accedere ai messaggi inviati alle pubbliche amministrazioni centrali, locali e autonome: dalla ricevuta del pagamento delle tasse a quelle dei tributi locali sino alle multe e ai ticket per le visite ospedaliere.

L’app oggi è una specie di piccolo gioiello nascosto, che relativamente poche persone conoscono ma che offre decine di servizi digitali. Funziona infatti come un aggregatore oltre che come un centro di pagamento per la pubblica amministrazione.

Come si attiva IO

La procedura per attivare l’app IO (e non per caricare i documenti, quella l’ha raccontata Jaki nel video qui sotto) non è banale: serve lo Spid o la Carta di Identità Elettronica attivata online (che a sua volta ha un’altra app sia per iOS che Android che si chiama CIE) e bisogna creare un pin speciale per tenerla al sicuro che a sua volta può essere associato al riconoscimento biometrico del telefono, cioè il volto o l’impronta digitale. Lo sappiamo, è complicato, ma se qualcuno dovesse hackerare il nostro profilo di IO potrebbe praticamente rubarci la nostra identità digitale.

@techdale

Quanto userete questo IT Wallet? 🪪 #wallet #tech #identità

♬ Funk It Up – John Etkin-Bell
Come si caricano i documenti sull’IT Wallet – TikTok di TechDale

In ogni caso, questa era la app “giusta” per creare il wallet con i nostri documenti: in prima battuta la patente di guida, la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità. Sono documenti che sostituiscono a tutti gli effetti quelli ufficiali di carta (che ovviamente continuano a restare validi) e per il momento valgono solo in Italia.

Il sito di IO e gli italiani che l’hanno scaricata

Gli obiettivi europei

A partire dal 2026 infatti il wallet della app IO sarà la base per l’integrazione con il nascente standard europeo EUDI Wallet che permetterà a tutti i cittadini del Vecchio continente di avere a disposizione i propri documenti in formato digitale. Nel frattempo, però, succederanno varie cose.

La prima è che per una volta l’Italia è in anticipo. Siamo il Paese con più cittadini digitalizzati d’Europa. Abbiamo infatti raggiunto il target stabilito dal Pnrr: 43,5 milioni di italiani con identità digitale, la quasi totalità dei quali ha installato IO. Poi nel 2025: l’app italiana acquisterà lentamente anche altri documenti. Tantissimi documenti.

Cosa ci sarà dentro il wallet

Innanzitutto, oltre alla Carta giovani nazionale (che dà diritto a una serie di sconti) è previsto che arrivi la Carta di identità in formato elettronico come documento di riconoscimento. Qui va spiegato un attimo: l’app CIE, voluta dal ministero dell’Interno, c’è già ma serve “solo” per autenticarci online. Non vale come documento di riconoscimento nel mondo fisico. Cioè possiamo usarla per entrare nei siti ma non possiamo farla vedere alla polizia se ci fermano per un controllo (la patente sul Wallet di IO invece sì). Quando sarà pronta la versione digitale per il wallet di IO, anche la carta di identità varrà come documento digitale di identificazione. Arriverà nel 2025.

Una montagna di documenti

Poi, dentro il wallet di IO entreranno anche tutti i documenti che fanno parte della nostra vita e anche altri. Intanto, tutti i documenti rilasciati dalle pubbliche amministrazioni: dall’accesso al fascicolo sanitario a quello del cittadino, dalla licenza di caccia a quella di pesca fino al porto d’armi, dall’attestato dell’ISEE al documento di disoccupazione. Poi entreranno altri documenti con valore legale: dalla licenza delle scuole superiori al diploma di laurea, dai tesserini di iscrizione agli albi professionali (medici, ingegneri, architetti, commercialisti, giornalisti e via dicendo) alle tessere delle biblioteche comunali, tesserini universitari, fino ai documenti anagrafici (stato di famiglia, certificato di nascita e di matrimonio) e –ma è solo un’ipotesi al momento– anche la firma digitale.

I servizi dell’app IO non si limitano ai documenti legali

Infine, ma forse questa è la cosa più interessante per molti, arriveranno gli abbonamenti per i mezzi pubblici: dai treni fino agli autobus. Anche per questo, tra le altre cose, l’Unione europea ha costretto Apple ha sbloccare il suo lettore NFC, che era vincolato alle app di sistema. In questo modo IO potrà funzionare anche in modo contactless per verificare l’abbonamento del tram, per esempio.

E non è ancora finita

A tendere il governo (e l’Unione europea) vorrebbe aggiungere anche i biglietti degli eventi pubblici e dei servizi anche privati: dai concerti alle partite, dai biglietti aerei a quelli dei treni. Ma potrebbero entrare anche gli abbonamenti alle palestre e altri tipi di tessere di tipo privato, utilizzando degli standard aperti.

Il grande piano non è italiano, è europeo: entro la fine del 2026 l’Unione europea vuole infatti che tutti i cittadini possano avere accesso all’identità digitale. Questo non vuol dire che i vecchi sistemi per la gestione dell’identità, cioè i tesserini fisici, non varranno più. Però quelli digitali saranno molto più comodi e varranno su tutto il territorio dell’Unione: sarà quindi possibile viaggiare con il telefono che contiene carta di identità e patente.

Il limite dell’Europa

Attenzione però perché il risultato finale si fermerà in Europa. Infatti, il passaporto, che è necessario per viaggiare al di fuori dello spazio Schengen, non verrà digitalizzato tanto presto. Il passaporto è un documento con valore internazionale, estremamente complesso dal punto di vista giuridico oltre che tecnico (per evitare le contraffazioni, ad esempio).

Il passaporto è il frutto di lunghissime negoziazioni che sono iniziate da un secolo: il passaporto è stato infatti formalizzato dalla Società delle Nazioni dopo la Prima guerra mondiale (1915-1918) al posto del precedente regime dei salvacondotti.

Perché il Nokia 3310 non vuole proprio morire

Il vero rischio

Il vero rischio però è un altro: che si crei una specie di cittadinanza europea a due velocità. Quelli che hanno accesso agli strumenti digitali e quelli che no. E non si tratta solo dei boomer che usano i telefoni Meliconi con pochi, grandi tasti. Ci sono molte altre persone che magari non vogliono usare lo smartphone perché sono ancora innamorate del loro Nokia 3310, o perché condividono il telefono in cinque, oppure perché il loro vecchissimo Samsung ha la batteria che dura un’ora e mezzo e magari hanno una scheda senza mai un’euro sopra e quindi niente dati. Oppure si perdono un telefono alla settimana.

Come facciamo con tutti loro, che non vogliono o non possono usare il wallet di IO? Questo è un problema a cui ancora non abbiamo trovato una risposta efficace.