È tornata la voglia di leggere. Dopo anni di dominio degli schermi, il 2025 ha segnato il grande ritorno del libro: su carta, su Kindle, persino gli audiolibri ascoltati camminando. E l’estate è il momento perfetto per questa riscoperta, che si sia in viaggio verso mete esotiche o semplicemente sotto l’ombrellone delle nostre spiagge.
Ma cosa leggere? Le nostre proposte sono queste: quattro libri che offrono viaggi ben più avventurosi di qualsiasi meta turistica. Sono tre romanzi di fantascienza e un saggio di divulgazione che non si limitano a intrattenere, ma fanno riflettere su dove sta andando il mondo. Perché tra chat AI, realtà virtuale e cyber-attacchi, il futuro non è più quello di una volta: è già qui, e conviene conoscerlo.
Titolo | Anno di pubblicazione | Autore | Editore italiano | Pagine |
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Neuromante | 1984 | William Gibson | Mondadori | 320 |
Ender’s Game | 1985 (1977 per il racconto originale) | Orson Scott Card | Mondadori (Oscar Fantastica) | 350 |
Il problema dei tre corpi | 2006 | Liu Cixin | Mondadori | 450 |
Homo Deus | 2015 | Yuval Noah Harari | Bompiani | 480 |
“Neuromante” di William Gibson: il nonno di Matrix
Se si dovesse scegliere il libro che ha inventato il presente digitale, sarebbe questo. Gibson scrive “Neuromante” con la macchina per scrivere nel 1984, quando Internet è ancora roba da università e gli smartphone sono fantascienza. Eppure descrive un mondo di hacker, cyberspace e intelligenze artificiali che sembra uscito dalle cronache di oggi.
La storia è quella di Case, un hacker bruciato che viene reclutato per una missione impossibile: penetrare nei sistemi di una AI onnipotente. Il tutto in un futuro nero fatto di megacorporazioni, impianti neurali e droghe sintetiche. Chi ha amato “Mr. Robot” o “Cyberpunk 2077” qui trova il DNA originale. Gibson non si limitava a immaginare gadget fighi: aveva capito come la tecnologia avrebbe cambiato la società, i rapporti di potere, perfino il modo di pensare.
Oggi che viviamo connessi 24/7 e ci preoccupiamo di sorveglianza digitale e manipolazione algoritmica, “Neuromante” non è fantascienza: è cronaca con quarant’anni di anticipo.
“Il gioco di Ender” di Orson Scott Card: i videogame diventano guerra
Ender Wiggin ha sei anni quando viene selezionato per salvare l’umanità. È un genio tattico che deve prepararsi a combattere una razza aliena attraverso simulazioni che sembrano videogame sempre più complessi. Solo che la linea tra gioco e realtà è più sottile di quanto sembri.
Con Il gioco di Ender, Card anticipa di decenni i temi che oggi ossessionano il dibattito pubblico: l’uso dei videogame per l’addestramento militare, l’intelligenza artificiale che manipola le decisioni umane, i bambini prodigio cresciuti davanti agli schermi. Ender è sostanzialmente il primo “nativo digitale” della letteratura, uno che pensa in termini di strategia e simulazione.
Ma il vero colpo di genio è come il libro affronta la leadership nell’era digitale: come si comanda quando tutto passa attraverso interfacce? Come si mantiene l’umanità quando la guerra diventa un videogame? Domande che suonano tremendamente attuali in un’epoca di droni, cyber-warfare e generazioni cresciute su Fortnite.
“Il problema dei tre corpi” di Liu Cixin: la fantascienza che viene dall’Oriente
Questo è il libro che ha portato la fantascienza cinese sul palcoscenico mondiale, vincendo anche il premio Hugo. Liu Cixin parte dalla Rivoluzione Culturale e arriva al primo contatto con una civiltà aliena, passando per fisica quantistica, teoria dei giochi e filosofia della scienza.
Quello che rende speciale “Il problema dei tre corpi” è la prospettiva: non è la solita fantascienza americana con l’eroe che salva il mondo. Qui la scala è planetaria, le conseguenze si misurano in secoli, e le soluzioni non sono mai semplici. Liu Cixin fa capire quanto sia complesso l’universo e quanto siamo piccoli noi terrestri, ma lo fa con una storia avvincente piena di misteri e colpi di scena.
È perfetto per chi vuole vedere come la fantascienza racconta il mondo da una prospettiva non-occidentale, e per chi è curioso di fisica e astronomia ma non vuole addormentarsi sui libri di testo. Inoltre, ora che tutti parlano di China tech e di come l’Oriente stia cambiando l’equilibrio globale, è interessante vedere come un autore cinese immagina il futuro.
BONUS “Homo Deus” di Yuval Noah Harari: il manuale di istruzioni del futuro
Tecnicamente non è un romanzo, ma Harari scrive come se stesse raccontando un thriller. “Homo Deus” è il sequel di “Sapiens” e si chiede: ora che abbiamo risolto (più o meno) fame, guerre e pestilenze, cosa facciamo? La risposta è semplice: ci trasformiamo in dei.
Harari esplora come biotecnologie, intelligenza artificiale e big data stiano già cambiando cosa significa essere umani. Parla di algoritmi che ci conoscono meglio di noi stessi, di possibili immortalità tecnologiche, di una nuova classe dirigente fatta di chi controlla i dati. Roba che sembrava fantascienza fino a ieri, quando abbiamo iniziato a farci dire da Spotify cosa ascoltare e da Netflix cosa guardare.
Il libro è perfetto per chi vuole capire non solo cosa sta succedendo, ma anche le implicazioni etiche e sociali. Perché il futuro non capita per caso: lo stiamo costruendo, decisione dopo decisione, click dopo click.
Il futuro dietro l’angolo
Questi libri non sono solo intrattenimento estivo. Sono una palestra mentale per il futuro, un modo per allenare l’immaginazione a scenari che potrebbero essere (forse) dietro l’angolo. Perché viviamo in un’epoca in cui la fantascienza diventa cronaca più velocemente di quanto riusciamo a leggerla.
Una cosa sola è sicura: quando torneremo dalle vacanze, qualcuna delle cose lette sarà già successa. Benvenuti nel futuro.
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