In questo periodo l’attenzione è rivolta all’impatto che l’uso dell’intelligenza artificiale avrebbe sulle capacità cognitive delle persone (spoiler: dicono sia pessimo). Ci torneremo, perché è tutto da verificare: potrebbe esserci un nesso di causa ed effetto oppure una semplice correlazione spuria.
Invece, c’è un altro ambito in cui la relazione causale parrebbe essere in parte dimostrabile: è quello che vede da un lato l’introduzione di strumenti elettronici per la scrittura e dall’altro la perdita di competenze nella scrittura (la disgrafia, ci arriviamo tra un attimo).
L’era della brutta scrittura
Cominciamo con il dire che l’addio alla penna è già cominciato, anche se nessuno ha scritto il suo necrologio. Nelle aule scolastiche di mezzo mondo, infatti, la scrittura a mano sta diventando un ricordo del passato, sostituita dal ticchettio delle tastiere e dal tocco fluido sui display. Una pratica che non si insegna più, una capacità che non vale più la pena sviluppare (secondo i programmi scolastici).
Questo porta a perdere la capacità di scrivere a mano in maniera fluida e con in risultato chiaramente leggibile. È una perdita di abilità di tipo grafo-motoria, ma non è l’unico fenomeno che stiamo registrando in questo momento storico.
L’esplosione della disgrafia
Contemporaneamente, infatti, è in atto in tutto il mondo un altro fenomeno che, anche in Italia, ha assunto proporzioni allarmanti. Secondo l’Osservatorio Carta, Penna e Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, i casi di disgrafia sono schizzati del 163 per cento negli ultimi dieci anni.
Si tratta di una vera e propria epidemia di disgrafia, cioè la difficoltà nella scrittura manuale. Una volta era rarissimo, oggi sta diventando un disturbo sempre più comune. È diventata infatti di una realtà che coinvolge una fetta sempre più consistente della popolazione scolastica. Secondo i dati dell’Osservatorio, nel 2018 gli studenti certificati con difficoltà di questo tipo in Italia erano circa 79mila, parte consistente di quei 276mila alunni con disturbi specifici dell’apprendimento che rappresentano il 3,2 per cento della popolazione studentesca italiana. Questo invece è un vero e proprio disturbo neuroevolutivo diagnosticato,
Addio al corsivo, benvenuto stampatello
C’è una relazione tra i due fatti? Questo è il problema. Aiuta a capirlo meglio una serie di osservazioni. La calligrafia, parola che etimologicamente vuol dire “bella scrittura“, sta certamente diventando un’arte perduta. Dal 1985 non viene più insegnata obbligatoriamente nelle scuole elementari italiane, trasformandosi in una materia opzionale e spesso trascurata. Il risultato è che, secondo fonti giornalistiche, circa il 50 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni non sa più scrivere in corsivo, limitandosi allo stampatello. Una perdita che va oltre la mera estetica: secondo alcuni studi il corsivo favorisce la fluidità del pensiero e la coordinazione motoria in modo che lo stampatello non può replicare.
Il fenomeno, come abbiamo detto, non riguarda solo l’Italia. Negli Stati Uniti il 40 per cento della Generazione Z ha ridotte competenze di scrittura manuale, mentre la calligrafia viene considerata un’arte in via di estinzione. Nel 2013 l’insegnamento del corsivo è stato rimosso dagli standard educativi di base in molti stati americani, privilegiando la digitazione su tastiera.
Cosa succede in Italia e nel mondo
Aspetto | Dati e tendenze Italia | Spiegazione sintetica | Tendenze negli USA |
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Aumento casi di disgrafia | +163% aumento nei casi certificati dal 2010 al 2020, circa 79.000 studenti certificati nel 2018 | La disgrafia è più diffusa e riconosciuta; collegata alla ridotta pratica di scrittura manuale | Negli USA e in altri Paesi occidentali, disabilità come la disgrafia e DSA in crescita, maggior consapevolezza e diagnosi più frequenti |
Percentuale alunni con DSA | 3,2% della popolazione scolastica nel 2017/18 (circa 276.000 alunni) | I Disturbi Specifici di Apprendimento includono disgrafia, dislessia ecc., in crescita per diagnosi più accurate | Tassi simili o leggermente maggiori negli USA; aumento segnalato anche in Europa e Australia |
Scrittura a mano e calligrafia | Calligrafia non insegnata obbligatoriamente; prevale uso stampatello; calo qualità scrittura manuale | Digitalizzazione riduce pratica di scrittura, perdita di abilità funzionali ed estetiche | Declino netto della scrittura a mano osservato in Stati Uniti; 40% della Gen Z con ridotte competenze di handwriting; calligrafia considerata un’arte in via di estinzione |
Cervello a rischio spegnimento
I due fenomeni sono collegati? Dietro questa trasformazione si nasconde qualcosa di più profondo di una semplice evoluzione tecnologica? La ricerca neuroscientifica sta cercando di dimostrare che scrivere a mano attiva percorsi cerebrali differenti rispetto alla digitazione. Quando si impugna una penna, secondo molti ricercatori il cervello coordina movimento, memoria e cognizione in modo unico, stimolando aree che rimangono dormienti davanti a una tastiera.
I bambini che scrivono a mano, secondo le ricerche, conservano meglio le informazioni e sviluppano una comprensione più profonda rispetto a chi prende appunti digitando. La scrittura manuale coinvolge infatti la coordinazione motoria fine e processi cognitivi che stimolano lo sviluppo cerebrale, la memoria e la creatività. Non è una questione di nostalgia: è spiegato dalla scienza. Questo tuttavia non vuol dire che scrivere poco a mano renda automaticamente disgrafico: la perdita di abilità grafo-motorie è una cosa diversa da un disturbo neuroevolutivo diagnosticato.
Infatti, il rapporto tra scrivere con la tastiera e la disgrafia è in parte una correlazione più che una casualità certa al 100%. Però alcuni collegamenti scientifici ci sono sicuramente. L’idea, insomma, è che per alcune persone non imparare mai a scrivere a mano disturbi lo sviluppo e la crescita di alcune aree neurologiche, mentre per altre tutto questo si traduca semplicemente nell’avere un brutto (alle volte bruttissimo) corsivo.
La resistenza del foglio
Tuttavia, c’è un ultimo elemento: ne siamo consapevoli. Di solito questi cambiamenti sono “invisibili”: la perdita di competenze su un’intera popolazione avviene in maniera “silenziosa”. Una cosa singolare che sta accadendo, invece, è che, mentre la tecnologia avanza, sta crescendo anche la consapevolezza di quello che si sta perdendo. In vari atenei italiani si moltiplicano i convegni sul tema, mentre alcune scuole sperimentano il ritorno alla scrittura manuale. Negli Stati Uniti diversi stati hanno reintrodotto l’obbligo del corsivo nei programmi scolastici.
La partita, insomma, non è ancora chiusa. Verrebbe da dire che forse una soluzione può stare a metà: non nel rifiutare il progresso tecnologico, ma nel trovare un equilibrio. Perché se è vero che il futuro è digitale, è altrettanto vero che alcune competenze umane, forgiate in millenni di evoluzione, meritano di essere preservate. La penna, dopotutto, è stata la compagna di viaggio dell’umanità molto prima che arrivassero i Cherry MX.
Alcune fonti di questo articolo:
- https://www.fondazioneluigieinaudi.it/scrivere-a-mano-fa-bene/
- https://www.spazio50.org/scrittura-a-mano-unarte-in-estinzione/
- https://www.fondazioneluigieinaudi.it/scarse-competenze-in-italiano-per-cangini-tra-le-cause-ce-la-scarsa-dimestichezza-con-la-scrittura-a-meno-e-la-lettura-su-carta-valditara-faccia-di-piu-orizzonte-scuola/
- https://www.vocedellascuola.it/il-ritorno-della-scrittura-a-mano-nella-scuola
- https://disgrafiapura.it/la-paura-del-corsivo-in-italia/
- https://www.pensareoltre.org/index.php/it/pensareoltre-disturbi/disgrafia/63-scrittura-a-scuola-facciamo-il-punto
- https://www.nationalgeographic.it/perche-la-scrittura-manuale-rimane-importante
- https://www.archivemarketresearch.com/reports/handwriting-input-560592
- https://www.rudebaguette.com/en/2025/09/the-art-of-writing-is-dying-in-my-hands-40-percent-of-generation-z-loses-handwriting-skills-as-digital-communication-destroys-5500-year-tradition/
- https://infonegocios.miami/only-in-english/alert-2025-generation-z-and-the-decline-of-handwriting-a-call-for-reflection-and-action
- https://www.nationalgeographic.com/science/article/benefits-of-handwriting
- https://sounds-write.co.uk/a-decline-in-handwriting-and-why-it-matters/
- https://www.edsurge.com/news/2025-02-06-reading-skills-are-in-sharp-decline-rescuing-them-won-t-be-easy