Se pensate che gli oceani sono un mistero, avete ragione. Negli abissi, dove nessuno può vedere, esistono cose davvero strane e soprattutto non conosciute. Tra queste, una frontiera invisibile che ferma le meduse come un doganiere. Infatti, a oltre mille metri di profondità del Mar Glaciale Artico, la Botrynema brucei ellinorae fluttua in due versioni: una con un curioso pomello sulla testa, l’altra liscia come una campana di vetro. E proprio a 47 gradi di latitudine nord accade il prodigio: le meduse senza pomello si fermano, come se avessero incontrato un muro di cristallo nell’acqua, le altre invece passano senza problemi.

Le mappe della barriera oceanica invisibile (Cartine del rapporto di ricerca originale)
Le mappe della barriera oceanica invisibile (Cartine del rapporto di ricerca originale)

La scoperta arriva da Javier Montenegro, biologo marino dell’University of Western Australia, che ha passato anni a raccogliere dati con veicoli sottomarini telecomandati, analisi genetiche e registrazioni fotografiche vecchie di oltre un secolo. Le meduse con il pomello viaggiano liberamente per tutti gli oceani del mondo, turiste instancabili delle profondità marine. Quelle senza pomello invece restano confinate nelle acque artiche e subartiche, prigioniere volontarie di un confine che nessuno può vedere.

Il mistero si infittisce quando le analisi genetiche rivelano che le due forme appartengono alla stessa specie e sono praticamente identiche. Infatti, non si tratta di cugine lontane che si sono evolute separatamente, ma di sorelle gemelle che hanno scelto destini diversi. La barriera si colloca nella regione della Corrente Nord Atlantica, quella che si estende dai Grandi Banchi al largo di Terranova fino all’Europa nord-occidentale.

Le frontiere invisibili del pianeta

Questa non è la prima volta che la natura traccia confini dove non ci sono muri. Ad esempio, la linea di Wallace nell’arcipelago indonesiano separa da sempre le faune asiatiche da quelle australiane, anche se nessun cartello avverte del passaggio. Le linee di Lydekker e di Weber completano questo puzzle biogeografico nel sud-est asiatico, disegnando una mappa invisibile che solo gli animali sembrano saper leggere.

Il pomello delle meduse artiche potrebbe essere la chiave del mistero: forse offre un vantaggio contro i predatori delle acque più meridionali, un passaporto biologico per attraversare la frontiera. O forse la barriera è fatta di correnti oceaniche, temperature e pressioni che creano un ambiente ostile per le meduse lisce. La scienza ancora non ha risposte definitive, solo ipotesi affascinanti.

Un mare di barriere

Barriera BiogeograficaLocalizzazioneAnimali Separati/InfluenzatiCaratteristiche Principali
Barriera Misteriosa delle MeduseOceano Artico, latitudine 47°NMeduse Botrynema brucei ellinorae con/senza pomoBarriera invisibile, semi-permeabile, legata a correnti e predatori
Grande Barriera CorallinaAustralia, Costa del QueenslandOltre 1500 specie di pesci, coralli, molluschi, crostacei, ricciBiocostruzione corallica tropicale, ambiente ad alto irraggiamento
Barriera Corallina di Acque Profonde (es. Røst)Oceano Atlantico nord-occidentale, NorvegiaCoralli duri (Desmophyllum pertusum), fauna bentonicaFormazione biogenica a grandi profondità, assenza di luce solare
Linea di WallaceArcipelago IndonesianoDifferenti specie faunistiche asiatiche e australianeBarriera biogeografica basata su storia geologica e correnti
Linea di WeberArcipelago IndonesianoFauna asiatica e australianaBarriera ecologica tra due ecozone marine diverse
Linea di LydekkerEst dell’IndonesiaFauna asiatica e australianaBarriera storica geologica e climatologica

Le barriere coralline, sia quelle superficiali illuminate dal sole che quelle profonde e oscure come quella di Røst nell’Atlantico, creano altri confini ecologici negli oceani. Sono città sommerse che decidono chi può entrare e chi deve restare fuori, ecosistemi che modellano la distribuzione della vita marina con regole severe ma invisibili. Ogni barriera racconta una storia di adattamento, sopravvivenza e specializzazione che si è scritta nel corso di milioni di anni.

La scoperta della barriera delle meduse artiche ricorda quanto poco conosciamo degli abissi oceanici. Soprattutto perché adesso stiamo capendo che sotto la superficie del mare esistono probabilmente decine di altre frontiere invisibili, confini che separano mondi biologici diversi senza che nessuno di noi in superficie se ne accorga. Barriere che non sono tanto geografiche ma si basano sulle caratteristiche biologiche specifiche delle varie specie. Ogni nuova esplorazione degli abissi rivela infatti quanto complessa e sorprendente sia la geografia nascosta degli oceani, dove le mappe non sono disegnate sulla carta ma nel DNA delle creature che li abitano.

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