L’aria condizionata è ormai un presidio essenziale per la salute e il benessere globale, ma il suo impatto ambientale e i rischi sanitari richiedono un uso intelligente e innovazioni tecnologiche sostenibili. Infatti, entro il 2050 i condizionatori potrebbero essere più del doppio rispetto a oggi, aumentando la pressione su energia e ambiente, con la sfida di coniugare comfort e sostenibilità.

Le controindicazioni

L’aria condizionata fa male? A volte sì: può provocare mal di testa, bruciore agli occhi, sinusite. Quando viene usata male l’aria condizionata può creare molti problemi. Senza contare l’impatto energetico e quindi ambientale: i materiali e le sostanze chimiche usate per costruire i condizionatori e le pompe di calore, il consumo di corrente elettrica. E infine il rumore: nelle città, sia nelle aree residenziali che in quelle di uffici, la presenza dei motori esterni dei climatizzatori produce un rumore costante anche molto fastidioso.

L’aria condizionata (o più in generale gli impianti di climatizzazione, cioè gli impianti che possono sia raffreddare che riscaldare) stanno aumentando, soprattutto nel Sud dell’Europa, Italia compresa, dopo essere diventati praticamente un elemento strutturale delle abitazioni e degli uffici in Nord America.

L’impatto negativo

È indubitabile che i condizionatori abbiano un impatto negativo. Sono responsabili di circa il 10-12% del consumo elettrico mondiale per il loro funzionamento, che porta a 4-5% delle emissioni globali di anidride carbonica, oltre alla produzione e smaltimento degli apparecchi stessi.

Inoltre, i gas refrigeranti (idrofluorocarburi, HFC) usati nei condizionatori sono potenti gas serra che peggiorano il riscaldamento globale. Infine, l’uso diffuso dei condizionatori può contribuire concretamente ad aumentare la temperatura nelle aree urbane (si chiama effetto “urban heat island”), accentuando il problema climatico e creando un circolo vizioso.

Inoltre, hanno un impatto negativo anche sulle persone, soprattutto se usati male. Se le temperature sono troppo basse o il flusso d’aria viene diretto sul corpo, può causare mal di testa, bronchiti, rinite, raffreddori e dolori articolari e muscolari. Ma anche secchezza delle vie respiratorie e degli occhi, irritazioni e possibile aggravamento di allergie.

Ancora, ci sono rischi legati al funzionamento: infezioni delle vie respiratorie in caso di filtri sporchi o mancata manutenzione e più in generale problemi muscolari come torcicollo o rigidità.

Unità esterne di condizionatori dell'università di Philadelphia (Immagine Wikipedia)
Unità esterne di condizionatori dell’università di Philadelphia (Immagine Wikipedia)

La diffusione nel mondo

Eppure l’aria condizionata si sta diffondendo sempre di più. Le stime più diffuse indicano che nell’Unione Europea i condizionatori d’aria sono presenti nel 20% delle abitazioni, a fronte del 90% degli Stati Uniti, dove l’aria condizionata ha tradizionalmente maggiore diffusione soprattutto con sistemi centralizzati negli edifici e non con impianti singoli.

Si tratta in ogni caso di una differenza considerevole, se si considera che a livello globale sono installati circa due miliardi di condizionatori e che, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), entro il 2050 si arriverà a 5,5 miliardi di unità installate.

Si stima che in Europa (sia negli spazi pubblici che privati) i condizionatori siano circa 140 milioni, distribuiti principalmente nei paesi dove le temperature estive sono molto elevate, come Italia, Grecia e Spagna. Nel nostro Paese hanno l’aria condizionata circa il 50% delle abitazioni, favorite anche dagli incentivi per l’installazione degli ultimi anni.

Pro e contro del fresco on demand

AspettoVantaggiSvantaggi/Rischi
DiffusioneOltre 2,5 miliardi di condizionatori globali oggi (36% delle case), previsti 5,5 mld entro il 2050Consumo elevato: 7% dell’elettricità mondiale nel 2022, in forte crescita
SaluteProtegge dal caldo e riduce quasi 200.000 morti premature annue causate da ondate di caloreMal di testa, secchezza, infezioni respiratorie, dolori muscolari da uso scorretto
AmbienteNuovi gas refrigeranti con basso impatto (R32, R290); tecnologie più efficienti emergentiGas HFC potenti gas serra; effetto isola di calore urbana; rumore
ComfortMigliora qualità del sonno, concentrazione e produttività durante il caldoRumore compressori, sbalzi termici dannosi e disagio
FuturoDomanda in forte crescita soprattutto in Asia e Medio Oriente; trend verso sistemi smart e sostenibiliNecessità di efficienza energetica, manutenzione e alternative passive

L’aria condizionata è un lusso?

In Italia, come in molti altri paesi (ad esempio in Francia, dove è relativamente meno diffusa) l’idea di fondo è che l’aria condizionata e i climatizzatori in generale siano un lusso. Serva per il comfort e che il suo uso abbia un impatto ambientale superiore a qualsiasi beneficio “reale”.

Secondo altre stime, però, non è così. Se da un lato è innegabile che siamo di fronte a un cambiamento climatico causato dall’uomo i cui effetti diretti sono spesso un aumento delle temperature medie con picchi molto elevati, dall’altro l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sa molto bene che le temperature elevate possono causare problemi di salute, specialmente alle persone più fragili.

Quando il termometro supera i trenta gradi centigradi si registrano tassi di mortalità della popolazione molto più elevati. Secondo l’Oms infatti il caldo estremo per periodi sempre più prolungati causa un tasso di mortalità in aumento dell’85% nelle persone con più di 65 anni nel periodo tra il 2017-2021 rispetto al periodo 2000-2004. I dati sono ricavati da un rapporto Oms/Lancet Countdown.

Nel mondo sono morte quasi mezzo milione di persone in più ogni anno, nei primi venti anni del nuovo millennio, a causa del caldo. Si tratta di una stima epidemiologica, cioè una attribuzione statistica e non un conteggio diretto. Secondo la stima, il 36% di queste morti sarebbe avvenuto in Europa. La maggior parte dei decessi, sostiene l’Oms, si sarebbe potuto evitare se i climatizzatori fossero stati più diffusi.

Unità di condensazione all'esterno di una palazzina uffici (Immagine Wikipedia)
Unità di condensazione all’esterno di una palazzina uffici (Immagine Wikipedia)

Non solo a casa

Dal punto di vista sanitario e sociale la diffusione degli impianti di condizionamento è considerata sempre più necessaria nei luoghi pubblici: dagli ospedali alle case di riposo, dai centri di aggregazione alle case soprattutto delle persone anziane e nelle scuole e università.

Tuttavia questa idea, soprattutto tra le persone che non sono anziane e non hanno dei problemi di salute, è in parte contestata. Vengono sottolineate non solo le limitazioni tecnologiche e l’impatto energetico ed ambientale degli attuali climatizzatori, ma anche la presenza di alternative.

Un esempio è la realizzazione di case e strutture pubbliche dotate di “cappotti termici” (rivestimenti isolanti che mantengono le temperature più costanti), infissi adeguati, aumento del verde cittadino, costruzione di soluzioni urbane passive, come ad esempio le “vele” che vengono usate a Madrid e in molte altre città spagnole come coperture ombreggianti sulle strade.

Nonostante le resistenze, si fa comunque strada l’idea che il cambiamento climatico stia rendendo necessario aumentare la penetrazione degli impianti di climatizzazione sia nei nuovi edifici che in quelli in via di ristrutturazione. Esistono impianti meno inquinanti (che però sono anche i più costosi) e l’approvvigionamento elettrico per il funzionamento può essere fatto tramite fonti energetiche rinnovabili o comunque “green”.

Alcune fonti di questo articolo: