La Cina ha appena lanciato la sua sfida più audace a Google nel campo del calcolo quantistico. Il processore Zuchongzhi 3.0, sviluppato dall’Università di Scienza e Tecnologia della Cina, vanta 105 qubit superconduttori disposti in una griglia rettangolare 15×7. Gli scienziati cinesi affermano che questo chip esegue calcoli quantistici un milione di volte più velocemente del processore Willow di Google. Le prestazioni dichiarate sono impressionanti: il sistema ha generato un milione di campioni in poche centinaia di secondi, un’impresa che richiederebbe al supercomputer più potente al mondo circa 6,4 miliardi di anni.

Le specifiche tecniche sembrano effettivamente competitive con quelle del chip americano. Zuchongzhi 3.0 presenta fedeltà operative del 99,90% per i gate a singolo qubit e del 99,62% per quelli a due qubit, con un tempo di coerenza di 72 microsecondi. Il processore ha superato un test di campionamento di circuiti quantistici casuali utilizzando 83 qubit su 32 cicli, dimostrando un vantaggio computazionale di 10^15 volte rispetto ai metodi classici. Questo risultato supererebbe le precedenti dimostrazioni di Google di ben sei ordini di grandezza.

La competizione diretta con Willow appare evidente nell’architettura scelta dai ricercatori cinesi. Entrambi i processori utilizzano una disposizione a griglia bidimensionale e un numero simile di qubit, anche se Google vanta una fedeltà delle porte leggermente superiore (99,86% contro 99,62%). Il chip cinese ha però eseguito un circuito su scala più ampia rispetto al test di Google, rendendo i confronti diretti complessi e spesso fuorvianti. La “supremazia quantistica” rischia di diventare più una metrica di marketing che una misura reale del progresso tecnologico.

Caratteristiche di Zuchongzhi 3.0

CaratteristicaValoreDescrizione o limite
Tipo di qubitSuperconduttoriQubit raffreddati a temperature millikelvin
Numero di qubit105Disposti in una griglia 15 × 7
Qubit utilizzati nel test83Ottimizzati per prestazioni e tassi di errore
Accoppiatori182Qubit couplers per connettività e trasferimento dati
Tempo di coerenza (T1)72 microsecondiTempo di rilassamento del qubit
Tempo di dephasing (T2)58 microsecondiTempo di perdita di fase
Fedeltà gate singolo99,90%Precisione operazioni su singolo qubit
Fedeltà gate due qubit99,62%Precisione operazioni su due qubit
Fedeltà lettura99,18%Accuratezza nella misura dello stato quantistico
Velocità gate~28 ns (singolo) / ~45 ns (due)Tempi di esecuzione delle porte quantistiche
Tecnica di fabbricazioneFlip-chipIntegrazione ad alta densità con perdita di segnale minima
Prestazioni benchmark10^15 volte più veloce di supercomputer classicoCampionamento circuito casuale (RCS) con 83 qubit × 32 cicli
Obiettivi futuriCorrezione errori quantisticiImplementazione codici superficie (distance-7 e oltre)

Il tallone d’Achille quantistico

Ma dietro i numeri assurdi rispetto ai sistemi di computazione classica e rispetto alle dichiarazioni varie di supremazia si nasconde la vera sfida del calcolo quantistico: la correzione degli errori. I qubit sono entità estremamente fragili, sensibili al rumore ambientale, alla decoerenza e alle imperfezioni nei controlli. Ogni interazione con l’ambiente esterno può distruggere l’informazione quantistica, rendendo i calcoli inaffidabili. Senza una correzione efficace degli errori, aumentare il numero di qubit non porta automaticamente a un incremento della potenza computazionale.

La correzione degli errori quantistici funziona attraverso la codifica dell’informazione su insiemi di qubit fisici per creare “qubit logici” protetti. I metodi più promettenti, come il surface code, richiedono migliaia di qubit fisici per ottenere un singolo qubit logico affidabile. Questo overhead drammatico rappresenta il vero ostacolo alla scalabilità dei computer quantistici. Mentre Zuchongzhi 3.0 e Willow dimostrano progressi nelle prestazioni dei qubit fisici, la strada verso qubit logici funzionali rimane lunga e tortuosa.

I processori quantistici made in China (Immagine generata dall'AI)
I processori quantistici made in China (Immagine generata dall’AI)

La matematica della correzione degli errori infatti è spietata e impone vincoli severi. I sistemi attuali devono raggiungere una soglia critica: il tasso di errore fisico deve rimanere sotto una percentuale specifica perché la correzione risulti efficace. Superata questa soglia, aggiungere più qubit per la correzione peggiora paradossalmente le prestazioni invece di migliorarle (questo perché l’overhead introdotto fa sì che l’errore complessivo cresca se il sistema base non è sufficientemente affidabile). Sia il chip cinese che quello di Google si avvicinano a questa soglia ma non l’hanno ancora attraversata in modo convincente.

Le sfide ingegneristiche nascoste sono altrettanto grandi. Controllare e sincronizzare migliaia di qubit richiede sistemi di controllo incredibilmente sofisticati, capaci di operare a temperature vicine allo zero assoluto. Gli algoritmi di decodifica devono identificare e correggere gli errori più velocemente di quanto questi si manifestino, una corsa contro il tempo che richiede hardware dedicato e software ottimizzato. L’integrazione tra componenti hardware e software rimane ancora primitiva rispetto agli standard necessari per applicazioni pratiche.

La realtà oltre i titoli

Nonostante i progressi dimostrati da Zuchongzhi 3.0, la distanza dalle applicazioni pratiche rimane considerevole. I test di campionamento di circuiti casuali, pur scientificamente rilevanti, non risolvono problemi del mondo reale. Detto in altre parole: le applicazioni promesse dal calcolo quantistico, dalla crittografia alla scoperta di farmaci, richiedono computer tolleranti agli errori capaci di eseguire algoritmi complessi per ore o giorni. Invece, i sistemi attuali, compresi quelli più avanzati, riescono a mantenere la coerenza quantistica solo per frazioni di secondo.

Il processore quantistico Zuchongzhi 3.0 è davvero fatto così o no /Immagine generata dall'AI)
Il processore quantistico Zuchongzhi 3.0 è davvero fatto così o no /Immagine generata dall’AI)

La tempistica realistica per computer quantistici pratici si misura probabilmente in decenni, non in anni. Gli esperti stimano che serviranno milioni di qubit fisici per costruire le poche migliaia di qubit logici necessari per applicazioni significative. Questo implica progressi non solo nella qualità dei singoli qubit, ma anche nello sviluppo di architetture completamente nuove e metodi di correzione più efficienti. La ricerca si sta orientando verso codici LDPC, qubit topologici e architetture ibride che potrebbero ridurre l’overhead necessario. Però siamo ancora lontani dall’aver realmente capito come fare.

Il messaggio che emerge dalla sfida di Zuchongzhi 3.0 è duplice: da un lato conferma che il progresso nel campo quantistico continua a ritmo sostenuto, dall’altro sottolinea quanto la strada verso computer quantistici utilizzabili sia ancora lunga. La correzione degli errori quantistici rimane il Santo Graal di questa tecnologia, la chiave che determinerà se e quando le promesse del calcolo quantistico si trasformeranno in realtà. Mentre Cina e Stati Uniti competono sui numeri dei qubit, la vera innovazione si gioca nei dettagli microscopici della fisica quantistica e nell’ingegneria di precisione necessaria per domare gli errori.

L’impatto della correzione degli errori

Elementi chiaveDescrizioneImpatto sulla correzione degli errori
Tipo di qubitSuperconduttori, ioni, fotonici, topologiciInfluisce su coerenza e stabilità, base per correzione errori
Numero di qubitQuantità di qubit fisici nel chipMaggiore numero permette codifica ridondante per QEC
Fedeltà delle operazioniPrecisione di gate singolo e due qubitFedeltà alta riduce errori e facilita correzione efficace
Tempo di coerenzaDurata della conservazione dello stato qubitTempi lunghi permettono esecuzione di protocolli QEC complessi
ArchitetturaDisposizione e connettività tra qubitInfluenza l’efficienza e la complessità della correzione
Codici di correzioneSurface code, LDPC, topologiciPermettono di rilevare e correggere errori mantenendo info
Overhead di risorseNumero di qubit fisici necessari per un qubit logicoLimita la scalabilità, richiede ottimizzazione hardware/software
Controllo e decodificaAlgoritmi e hardware per correzione in tempo realeEssenziali per correggere errori rapidamente e con precisione

Una lezione di umiltà tecnologica

Se la guardiamo da un altro punto di vista, la vicenda del chip cinese offre una lezione preziosa su come interpretare i progressi tecnologici. I numeri impressionanti e le dichiarazioni di supremazia catturano l’attenzione, ma la realtà del progresso scientifico è più sfumata e complessa. Zuchongzhi 3.0 rappresenta un passo avanti genuino nella ricerca quantistica, dimostrando che la competizione globale sta accelerando l’innovazione. Tuttavia, trasformare questi progressi in tecnologie utilizzabili richiede di affrontare sfide fondamentali che vanno ben oltre il semplice aumento del numero di qubit.

Il quantum computing (Immagine TechDale)
Il quantum computing (Immagine TechDale)

La correzione degli errori quantistici illustra perfettamente come l’innovazione reale spesso si nasconda dietro problemi tecnici apparentemente minori. Mentre il pubblico si concentra sui record di velocità e sui confronti tra superpotenze, i ricercatori lavorano con pazienza certosina su aspetti apparentemente irrilevanti che invece determineranno il futuro di questa tecnologia. Il calcolo quantistico non è una corsa verso un traguardo definito, ma un percorso scientifico complesso dove ogni passo avanti rivela nuove difficoltà da superare.

La lezione finale di Zuchongzhi 3.0 è che il progresso tecnologico autentico richiede pazienza, rigore scientifico e una comprensione profonda dei limiti fisici e ingegneristici. Le promesse del calcolo quantistico rimangono valide e affascinanti, ma la loro realizzazione dipenderà dalla capacità di risolvere problemi fondamentali come la correzione degli errori. Solo quando questa sfida sarà vinta, i computer quantistici potranno finalmente mantenere le promesse che da decenni catturano l’immaginazione di scienziati e pubblico.

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