Se volete andare su Marte forse è troppo presto. Ma se volete passare un anno nel deserto, chiusi in un habitat stampato in 3D e senza possibilità di tornare alla civiltà, questa potrebbe essere la vostra opportunità. 

Infatti, la Nasa sta cercando volontari per provare a vivere su Marte, ovviamente senza allontanarsi dalla Terra, e riuscire a capire a quali tipi di stress e difficoltà si va incontro. E ovviamente anche le difficoltà sociali, dato che non si tratta di un isolamento completo ma che bisogna invece imparare a convivere con gli altri membri della squadra.

Mars Dune Alpha

La missione CHAPEA 2, la seconda di questi tipo seconda realizzata dalla Nasa, metterà insieme un gruppo di quattro volontari che passeranno 12 mesi nell’habitat Mars Dune Alpha nel deserto vicino al Johnson Space Center di Houston, in Texas.

Il test è considerato come “molto duro” e quindi è richiesta una selezione accurata. Ma al tempo stesso la Nasa ha tutta l’intenzione di cercare persone che non appartengano già al proprio gruppo di aspirati astronauti. Da un lato per non bloccare le loro carriere per un anno intero e dall’altro anche per avere dei dati “freschi”, provenienti cioè da altre persone con un background differente.

Come Marte, ma dietro casa

Il test sarà assolutamente realistico a partire dalla “casa”. Infatti, l’habitat sarà stampato in 3D utilizzando materiali trovati sul posto. In pratica, serve a capire anche se le future routine di lavoro sono adatte oppure se devono essere riviste. 

Quando gli astronauti sbarcheranno su Marte, infatti, dovranno fare la stessa cosa: prendere e costruirsi da zero la maggior parte delle cose che serviranno loro sul Pianeta Rosso. La logica è semplice ma al tempo stesso geniale: anziché viaggiare con tutta l’attrezzatura al seguito (come la fantascienza ha sempre immaginato che avrebbero viaggiato gli astronauti nelle missioni su altri pianeti) è più semplice portarsi dietro il minimo indispensabile e poi le stampanti 3D e le altre attrezzature che permettono di costruire quel che serve. 

A pensarci bene, è logico: perché portarsi dalla Terra un habitat prefabbricato quando potranno costruirselo comodamente sul posto? Ammesso che funzioni: è anche per questo che la Nasa vuole fare il test sulla Terra, prima che sia troppo tardi per accorgersi di eventuali problemi.

Problemi veri e simulati

A proposito di problemi: il vero scopo non è tanto testare la resistenza delle persone (per quello in realtà esistono anche molti altri dati) quanto verificare il funzionamento della complessa macchina che porterà le persone a una distanza tale dalla Terra che qualsiasi errore sostanziale risulterebbe fatale. Una specie di prova generale prima di andare in scena. 

E quando si andrà in scena? La missione virtuale simulerà la vita su Marte in vista della missione reale nel 2030. L’equipaggio vivrà e lavorerà nell’habitat ma farà anche attività all’esterno, nel finto deserto di Marte indossando sempre le protezioni per eliminare il vantaggio della presenza di una atmosfera respirabile sulla Terra. Inoltre, dovrà affrontare anche le sfide psicologiche, come malfunzionamenti delle apparecchiature, ritardi nelle comunicazioni e i conflitti interpersonali, oltre a quelle tecniche.

Chapea 2 e Sirius-23

La missione Chapea 2 (Crew Health And Performance Exploration Analog) è il secondo test di un anno che la Nasa intende avviare. Ne verrà fatto anche un terzo, con l’obiettivo di capire cosa serve per vivere e lavorare a così tanta distanza dalla Terra per un periodo di tempo molto lungo. La Nasa è convinta che i primi astronauti verranno mandati su Marte dopo il 2030.

Oltre alla Nasa, però, anche in Russia si studiano gli effetti dell’isolamento prolungato con sei volontari (quattro donne e due uomini) che dal 14 novembre 2023 stanno passando 360 giorni in una finta astronave posta all’interno dell’Istituto per la ricerca biomedica nel centro di Mosca. Una ricerca forse più psicologica e meno tecnologica, con tutte le limitazioni che oltretutto la guerra in cui la Russia è coinvolta sta provocando. Ma cruciale per capire come sarà veramente vivere su Marte per un anno o più.

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