Il numero uno di Logitech, Hanneke Faber, durante una intervista con la rivista americana The Verge ha lanciato un’idea: creare un mouse di altissima qualità capace di durare molti anni (addirittura per un tempo indefinito) che venga venduto con una formula di abbonamento, permettendo di ottenere aggiornamenti regolari per il suo funzionamento.
L’idea è quella di creare un prodotto premium per quanto riguarda la sua qualità, e poi di creare un ecosistema di funzionalità che possano essere aggiornate con un abbonamento. Un mouse costoso, sia per il prezzo immediato (100-200 euro contro i 26 euro di prezzo medio sul mercato di un mouse) che per l’abbonamento in sé: da 5 a 10 euro al mese. Secondo Faber questo tipo di prodotto in abbonamento avrebbe vari vantaggi e sarebbe paragonabile a un altro servizio che Logitech offre alle aziende: le videoconferenze.
Gi altri servizi a pagamento di Logitech
Logitech infatti non solo vende webcam e altre componenti utili per chi voglia fare una videoconferenza, ma anche una piattaforma a pagamento che offre supporto avanzato (assistenza tecnica costante, tempi di risposta garantiti), Logitech Select, e persino un sistema sempre a pagamento, chiamato Logitech Sync, che facilita la gestione remota dei dispositivi aziendali di Logitech da parte degli amministratori di sistema. Entrambi questi servizi sono a pagamento.
Quindi, se l’idea di un mouse in abbonamento non è impossibile, c’è da chiedersi che cosa compreremmo se uscisse sul mercato questo tipo di prodotto. Un mouse a pagamento non sarebbe più un oggetto di cui gli acquirenti sono i proprietari, ma un servizio a cui abbonarsi per avere un prodotto aggiornato e performante.
L’economia dell’accesso di Jeremy Rifkin
In pratica, si passa da un modello di “possesso della tecnologia” a uno di “accesso alla tecnologia”. Nuove funzionalità senza dover sostituire l’hardware. Non è una invenzione di Faber, ma una idea che circola da tempo nel mondo della tecnologia: il primo a spiegarla nel dettaglio (e a coniare il termine “Era dell’accesso”) è stato l’economista Jeremy Rifkin più di venti anni fa, la sharing economy e l’idea che la tecnologia abilità un modello di consumo diverso: accesso e non più possesso.
L’idea di Faber è stata solo abbozzata durante l’intervista: fa pensare che il ceo di Logitech stesse sondando le acque per capire quali sono le reazioni da parte del pubblico all’idea di spendere 200 euro per comprare un mouse di altissima qualità, e poi abbonarsi per continuare a usarlo con tutti gli ultimi aggiornamenti. Tuttavia, non è stato indicato come funzionerebbe e a cosa servirebbe un mouse in abbonamento.
Dieci idee per un mouse in abbonamento
Abbiamo provato a immaginarcelo e abbiamo trovato le dieci funzioni che secondo noi Logitech potrebbe implementare.
1) Hardware aggiornabile: oltre agli aggiornamento software un mouse di alta qualità dovrebbe poter essere fisicamente aggiornato con nuove componenti hardware, dai sensori ai pulsanti fino alle parti ergonomiche, senza dimenticare gli aggiornamenti alla tecnologia radio, per avere latenze sempre migliori.
2) Supporto tecnico personalizzato: è la più facile tra le idee, perché è implicita nell’idea di abbonamento (ma non è scontato che ci sia). Idealmente, un supporto tecnico capace di risolvere rapidamente gli eventuali problemi e ottimizzare le prestazioni
3) Integrazione smart: Apple lo fa già nel suo ecosistema, permettendo di passare in maniera fluida da un dispositivo all’altro con le sue tastiere, mouse e trackpad senza fili, e poi con le sue AirPods. Inoltre, permette di spostare ad esempio la riproduzione dei contenuti su apparecchi diversi. Il mouse in abbonamento di Logitech dovrebbe fare una cosa simile, ma su tutti i PC.
4) Gaming gaming gaming: un buon mouse serve per giocare bene e questo dovrebbe essere un mouse davvero molto buono per il gaming, o perlomeno dovrebbe essere personalizzabile (grazie all’abbonamento) con le caratteristiche e funzioni tipiche del gaming.
5) Sostenibilità: detto in altre parole: “Un mouse solo per dominarli tutti”. Cioè poter usare questo mouse per più dispositivi e molto, molto a lungo, azzerando il bisogno di comprarne altri e riducendo quindi l’impatto ambientale.
6) Anteprime tecnologiche: chissà cosa verrà inventato domani nel settore dei mouse. In ogni caso, dovrebbe essere disponibile in anteprima per gli abbonati. Sennò che senso ha?
7) Personalizzazione: non solo il software ma anche l’hardware dovrebbe essere personalizzabile con una serie di soluzioni custom disponibili al momento dell’ordine o più avanti, con le nuove componenti.
8) Produttività: i mouse non sono particolarmente intelligenti ma un po’ di telemetria e di intelligenza artificiale dovrebbe consentire di analizzare l’uso del mouse e consigliare modi migliori di lavorare al computer. Dopotutto, il mouse è l’estensione della nostra mano.
9) Sicurezza: se il mouse diventa intelligente, rischia di essere attaccato e compromesso. Per questo servono aggiornamenti e patch regolari per proteggerlo contro vulnerabilità hardware e software, visto che oltretutto “tocca” informazioni sensibili sullo schermo.
10) Abbonamenti flessibili: perché limitarsi a un unico abbonamento, magari molto costoso e pieno di funzionalità, quando magari si vuole qualcosa di meno e più mirato? L’idea è quella di fornire livelli diversi di abbonamento: economico per chi vuole solo gli aggiornamenti essenziali, premium con le funzioni avanzate, gold con aggiornamenti hardware e con un accesso esclusivo ad altre novità.
Alla fine di tutte queste ipotesi rimane però un dubbio: voi lo prendereste un mouse in abbonamento?