Apri SocialAI, pubblichi un pensiero qualsiasi e in pochi secondi arriva una cascata di commenti. C’è il troll che ti provoca, il guru che dispensa saggezza, il fan entusiasta che ti adora e l’intellettuale che analizza ogni virgola. Tutto perfetto, se non fosse che dietro ogni profilo non c’è nessun essere umano: solo bot alimentati da intelligenza artificiale che simulano personalità diverse. Benvenuti nel social network più solitario del mondo, dove l’unico utente reale sei tu.

L’idea sembrava geniale sulla carta: creare uno spazio digitale libero dai veleni dei social tradizionali, dove esprimersi senza timore di shitstorm o hate speech. Michael Sayman, giovane sviluppatore già passato per Facebook, Google e Roblox, ha lanciato SocialAI nel 2024 con questa promessa. L’obiettivo era combattere la solitudine digitale e offrire feedback immediato senza le frustrazioni degli algoritmi opachi. Un rifugio sicuro dove ogni post riceve attenzione garantita, dove nessuno ti ignora e nessuno ti aggredisce.

Gli amichetti virtuali sono logorroici (Immagine SocialAI)
Gli amichetti virtuali sono logorroici (Immagine SocialAI)

Il fascino dell’artificiale

La curiosità iniziale non è mancata: l’app solo per iPhone (e non disponibile in Italia) ha attirato chi voleva sperimentare l’interazione con AI personalizzate e chi cercava una pausa dalla tossicità online. I bot rispondono in tempo reale, si possono personalizzare per essere più critici o empatici, e garantiscono un’esperienza su misura. È come avere un pubblico sempre disponibile, pronto ad applaudire o a fornire stimoli con domande intelligenti e ficcanti. Per qualche settimana, l’effetto novità funziona e ci si diverte a testare i limiti dell’intelligenza artificiale.

Ma presto emergono i problemi: su Reddit e altri forum gli ex utenti disincantati spiegano che le risposte dei bot, per quanto variate, diventano prevedibili e ripetitive. Manca la spontaneità del confronto umano, quella scintilla imprevedibile che nasce dall’incontro di due menti diverse. L’esperienza si svuota di significato perché, alla fine, stiamo parlando noi stessi attraverso uno specchio deformante. Il feedback artificiale non nutre l’anima come quello di una persona vera che ha scelto di dedicarci il suo tempo e la sua attenzione.

Il paradosso della solitudine

Il paradosso più crudele è che SocialAI, nato per combattere l’isolamento, rischia di amplificarlo. Sostituire le relazioni umane con interazioni artificiali può creare dipendenza da un tipo di socialità che non esiste. Si perde l’abitudine al confronto reale, con le sue difficoltà e imperfezioni, preferendo il comfort di bot che non sono realmente empatici ma sono solo macchine che fanno finta di esserlo. È come nutrirsi solo di dolci: appaga sul momento ma non fornisce le sostanze necessarie per crescere e stare bene.

Alla fine il mercato forse è davvero saggio perché ha emesso il suo verdetto in maniera chiara e inequivocabile: nonostante la copertura mediatica iniziale, SocialAI non è riuscita a trattenere gli utenti oltre la fase di curiosità. L’esperienza si è rivelata più un giocattolo tecnologico che uno strumento utile per la socializzazione. Gli esseri umani hanno bisogno di connessioni autentiche, di relazioni che comportino rischi e gratificazioni reali. Tuttavia, non è detto che qualcuno là fuori non stia lavorando a una versione 2.0 di SocialAI, migliorata e potenziata. Con un esercito di migliori amici che ci attendono ma che, semplicemente, non esistono.

Alcune fonti per questo articolo:

Rischi e opportunità di far amicizia con l’AI

ASPETTORISCHIOPPORTUNITÀ
Relazioni interpersonaliPerdita delle competenze sociali reali e difficoltà crescente nel gestire conflitti e emozioni complesseSpazio sicuro per praticare conversazioni per persone con ansia sociale o disturbi dello spettro autistico
Sviluppo emotivoMancanza di crescita attraverso il confronto genuino; dipendenza da feedback artificiale sempre positivoSupporto emotivo costante e personalizzato per momenti di vulnerabilità o crisi
AutenticitàEsperienze superficiali e prevedibili; perdita del valore dell’imprevedibilità umanaAmbiente privo di giudizio dove esplorare idee controverse o personali senza conseguenze sociali
Isolamento socialeSostituzione progressiva delle relazioni reali con quelle artificiali; aumento della solitudinePonte temporaneo per persone socialmente isolate che possono gradualmente riacquistare fiducia
Diversità di pensieroEcho chamber amplificata: i bot riflettono bias degli algoritmi anziché offrire prospettive diverseAccesso a personalità e stili conversazionali diversificati programmabili su richiesta
Competenze comunicativeDeterioramento della capacità di leggere segnali non verbali e gestire conversazioni complesseAllenamento a conversazioni strutturate e feedback immediato su stili comunicativi
Dipendenza tecnologicaIncapacità di stare soli o socializzare senza mediazione digitale; perdita di autonomia emotivaDisponibilità 24/7 per supporto in momenti di bisogno senza vincoli di orari o disponibilità umana
Salute mentaleAumento di ansia, depressione e distorsione della realtà sociale; aspettative irrealisticheTerapia di supporto personalizzata e monitoraggio costante del benessere emotivo
Sviluppo dell’identitàCostruzione di un sé artificiale basato su feedback non autentici; confusione identitariaSpazio per sperimentare diverse versioni di sé senza conseguenze permanenti
Fiducia e intimitàImpossibilità di sviluppare legami profondi basati su reciprocità e vulnerabilità condivisaConfidenzialità assoluta per condividere segreti o paure senza rischio di tradimento