L’intelligenza artificiale è assetata. Ogni domanda a ChatGPT o agli altri servizi cloud consuma risorse, a partire dall’acqua necessaria a raffreddare i server. Decine di migliaia di litri al giorno. E la diffusione dei servizi di rete cresce sempre di più.
Questo perché i server sono basati su una tecnologia, quella dei microprocessori, estremamente potente ma molto poco efficiente da un punto di vista termodinamico: buona parte dell’energia che alimenta le CPU si disperde sotto forma di calore. E quindi serve altra energia (circa il 50% del totale) per raffreddare i centri di calcolo: migliaia di watt che vengono impiegati per gli impianti di raffreddamento ad acqua.
Il ruolo dell’acqua
L’acqua utilizzata per raffreddare i datacenter non può essere acqua salata ma deve essere acqua dolce, cioè filtrata per evitare l’accumularsi di impurità che romperebbero gli impianti stessi. Proprio come succederebbe se mettessimo acqua di mare nel radiatore dell’automobile.
Inoltre, a differenza dei piccoli impianti di raffreddamento, gli impianti usati nei datacenter sono molto grandi e, per quanto basati ovviamente su dei circuiti chiusi, funzionano con una logica diversa e l’acqua a fine ciclo deve essere eliminata (adesso filtrata e reimmessa nell’ambiente senza provocare inquinamento).
Le dimensioni del fenomeno
Secondo i dati, solo negli Stati Uniti ci sono circa il 25% dei data center del pianeta. La media del consumo è di circa 1,3 milioni di litri di acqua al giorno, pari a quello di 100 mila abitazioni. Google ha dichiarato che nel 2022 le sue server farm hanno consumato 21,1 miliardi di litri d’acqua dolce.
Negli ultimi anni servizi di intelligenza artificiale e di videochiamate sono diventati sempre più popolari e richiedono l’uso di centinaia di migliaia di server dedicati. Il problema è che l’acqua dolce è una risorsa scarsa e quella utilizzata dai server viene sottratta ad altri usi, tra i quali quelli per le persone e l’agricoltura.
Il pianeta azzurro
Ma quanta acqua dolce c’è sul pianeta? Paradossalmente, poca. Nonostante il 75 per cento della superficie della Terra sia coperta d’acqua, solo il 3 per cento è dolce. Tuttavia, di questo 3 per cento, la metà è congelata nei ghiacciai e un terzo è sottoterra. Il resto, l’uno per cento del totale, è nei fiumi, laghi e paludi.
Esiste ovviamente una alternativa: si può sempre utilizzare l’acqua di mare. Ma prima deve essere depurata. E questo richiede un grande dispendio di energia per la desalinizzazione.
Intanto, è previsto dagli analisti che nel 2030 i centri di calcolo nel mondo saranno il doppio di quelli del 2020, con il conseguente aumento dei consumi e della quantità d’acqua dolce necessaria a raffreddarli. Infatti, i processori non stanno diventando più efficienti dal punto di vista energetico (soprattutto le GPU per l’addestramento) con la conseguenza che i consumi stanno aumentando, e non calando.
Alcune fonti di questo articolo:
- https://www.techtarget.com/searchdatacenter/tip/How-to-manage-data-center-water-usage-sustainably
- https://news.lenovo.com/data-centers-worlds-ai-generators-water-usage/
- https://www.businessinsider.com/google-water-use-soaring-ai-make-it-worse-data-centers-2023-7
- https://time.com/5814276/google-data-centers-water/
- https://www.techtarget.com/searchdatacenter/tip/How-to-manage-data-center-water-usage-sustainably
- https://www.cio.com/article/2100517/eu-moves-toward-regulating-data-center-energy-and-water-use.html