Non sono chiari i motivi della fine della collaborazione con IBM, ma McDonald’s ha dichiarato che il test ha dimostrato che comunque una soluzione di ordinazione vocale sarà parte del futuro dei ristoranti. Un’opzione alternativa potrebbe essere un accordo con Google, che include un chatbot per assistere i dipendenti.
Resta comunque una soluzione non priva di criticità. Sono infatti molti i video di Tiktoker o le testimonianze di clienti che si lamentano del servizio lento e impreciso, tanto da generare ordini esilaranti. Pare infatti che non sia raro che l’AI accetti ordini da centinaia di nuggets in automatico o che completi richieste come quella di aggiungere il bacon sui McFlurry.
Altre aziende di fast food, come White Castle e Wendy’s, stanno testando tecnologie simili (e anche lì girano non pochi contenuti esilaranti sul Web a riguardo).
Forse non siamo ancora pronti, ma McDonald’s continua e continuerà comunque ad esplorare l’automazione con ordinazioni via mobile, chioschi, consegne con droni, robot in cucina e strumenti di assunzione IA. Insomma, quando si tratta di rendere più rapido, veloce ed efficiente un servizio, la grande M gialla non si tira indietro, ma quale sarà davvero il futuro della ristorazione?