Una volta si chiamava “fare ego-surfing”. Quando cioè le persone cercavano il proprio nome sui motori di ricerca per visitare i siti dove scoprivano di essere stati menzionati. Era una vecchia pratica da boomer, annullata praticamente dall’avvento dei social, che hanno spostato le citazioni dai blog alle menzioni su X/Twitter, Facebook, Instagram, TikTok e via dicendo.

Tuttavia, alcuni spammer (probabilmente di una certa età) hanno pensato a un modo per far rivivere questa pratica, aggiungendo però qualcosa di molto particolare alla ricetta dello spam tradizionale. Un effetto macabro generato dal tipo di specchietto per le allodole impiegato, i necrologi generati con l’intelligenza artificiale.

La pubblicità porta gli spammer

Facciamo un passo indietro. Da quando esiste il web ci si chiede come fare a monetizzarlo. Una strada, seguita dai primi anni duemila da Google e altri, è quella della pubblicità. Si mettono le inserzioni nella propria home page o nel proprio blog, si scrivono i contenuti e poi si spera che vengano tanti visitatori. Perché i guadagni sono misurati in visualizzazioni della pagina e ne occorrono tantissime per fare qualche euro.

Questo meccanismo è ottimo soprattutto per chi voglia fare un tipo particolare di spam, che attrae i visitatori grazie a contenuti fake ma interessanti: prodotti di moda, recensioni, gossip, articoli rubati da altri siti e riciclati. Inclusi contenuti che menzionano il nome di migliaia di persone, per farsi “trovare” quando qualcuno cerca il proprio nome su Google. 

Tutto fatto, dunque, per attirare i navigatori della rete tramite i motori di ricerca e generare guadagni dalla visualizzazione delle pubblicità. 

I contenuti dello spam generati dall’AI

Adesso, gli spammer stanno scoprendo l’intelligenza artificiale e con essa la possibilità di generare automaticamente contenuti e relative pagine su larghissima scala. Rimane solo un problema: quali contenuti far generare alla AI in maniera tale che siano interessanti per le persone e che queste vengano a cliccare? La risposta è al tempo stesso macabra e geniale. Ma geniale in senso negativo, da vero genio del male.

L’approccio inquietante è quello di usare l’intelligenza artificiale per creare automaticamente centinaia di migliaia di pagine web dedicate a persone famose e anche perfetti sconosciuti. Sono tutte pagine che contengono necrologi di persone morte o presunti tali: infatti non riguardano solo defunti, ma anche molta gente che è ancora decisamente viva.

Mass customization

La cosa che prima era impossibile era questa personalizzazione di massa dei contenuti, che adesso viene automatizzata dalla AI. Infatti, i necrologi vengono scritti automaticamente dall’AI e riempiono i risultati delle ricerche quando cerchiamo delle informazioni su un determinato nome o magari su noi stessi. Gli spammer hanno sviluppato questa tecnica per generare traffico e guadagnare soldi da pubblicità molto invadenti sulle quali alcuni utenti finiscono per cliccare, e in alcuni casi anche con dei veri e propri tentativi di phishing.

In questo modo l’intelligenza artificiale sta aiutando gli spammer a trasformare in clickbat anche i nomi delle persone e a rendere i risultati dei motori di ricerca sempre meno affidabili. Senza contare tutte le fakenews create automaticamente dall’intelligenza artificiale su centinaia di migliaia di persone.

Insomma, l’uso spregiudicato (e a volte un po’ macabro) dell’intelligenza artificiale da parte degli spammer e scammer sta rendendo una tecnologia potenzialmente molto positiva in un amplificatore per comportamenti fastidiosi (lo spam) e potenzialmente pericolosi (le fake news e gli attacchi di phishing).

Alcune fonti di questo articolo: