Un recente studio ha evidenziato un potenziale rischio di sicurezza legato all’uso di strumenti di videoconferenza come Zoom. Utilizzando un MacBook Pro, hanno premuto ciascuno dei 36 tasti, comprese tutte le lettere e i numeri, 25 volte di seguito, variando le dita utilizzate e la pressione applicata. I suoni sono stati registrati sia durante una chiamata Zoom che su uno smartphone posizionato a breve distanza dalla tastiera.

Successivamente, i suoni sono stati analizzati con algoritmi di intelligenza artificiale per identificare pattern specifici associati ad ogni tasto. I risultati sono stati sorprendenti: il sistema di intelligenza artificiale ha mostrato una precisione superiore al 90% nelle sue previsioni. Nonostante la variabilità nella pressione e nelle dita utilizzate, l’AI è riuscita a determinare correttamente la maggior parte dei tasti premuti.

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La tastiera del MacBook presa in esame durante i test – FOTO: Apple

Questi risultati sollevano preoccupazioni significative per la sicurezza informatica. Durante le videoconferenze, i suoni della digitazione possono essere intercettati e analizzati per rivelare informazioni sensibili come password, messaggi privati o dati aziendali. Anche le registrazioni audio non intenzionali effettuate da dispositivi vicini possono rappresentare un rischio.

Questo studio sottolinea l’importanza della consapevolezza e della vigilanza nella sicurezza informatica, specialmente in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale è sempre più presente.

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