il piatto comincia a girare. Il braccio si abbassa. La puntina entra nel solco e segue pieni e vuoti, alti e bassi sulla superficie trasformando elementi fisici in segnali elettrici e poi in suoni. Il disco è un formato che ha rivoluzionato la musica, anche se ha dimensioni grandi ed è scomodo da trasportare.
Tuttavia, il vinile non smette di stupire. Dopo aver dominato la prima fase della storia della musica dall’inizio del Novecento, essere apparentemente “morto” a causa del digitale tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, e poi essere clamorosamente ritornato e aver superato i 2 miliardi di dollari di vendite annue a livello globale dal Duemila in avanti, il formato analogico ora cerca di reinventarsi ancora una volta con Tiny Vinyl, dischetti da 4 pollici, cioè 10 centimetri di diametro, pensati per l’era dello streaming.
La differenza rispetto ai tentativi precedenti sta nella retrocompatibilità con tutti i giradischi e nel partner commerciale: Tiny Vinyl, infatti, si è alleata con Target, gigante della grande distribuzione americana. Per adesso solo negli Usa, quindi, e in esclusiva, ci sono i primi 40 titoli. Con una importante diversità rispetto ad altri “mini formati” precedenti dei dischi in vinile, come il formato da 3 pollici di Crosley: questa volta i dischetti funzionano su qualsiasi giradischi standard.

Un formato per tempi nuovi
Siamo andati a cercare come nasce questa novità, per adesso disponibile solo negli Usa ma che potrebbe arrivare anche dalle nostre parti. L’idea di Tiny Vinyl nasce dall’incontro tra Neil Kohler, esperto di marketing nel settore giocattoli, e Jesse Mann, veterano dell’industria musicale con quasi trent’anni di esperienza tra produzioni e festival. Entrambi basati a Nashville (una della capitali della musica statunitense), nel 2023 si sono chiesti se fosse tecnicamente possibile creare un vero disco in vinile abbastanza piccolo da stare in tasca.
Idea originale, soprattutto dopo che il pubblico è da tempo abituato alle cose piccole: i CD e in precedenza altri formati fisici digitali come i MiniDisc. La risposta è arrivata da Nashville Record Pressing, parte del colosso ceco GZ Media, che ha sviluppato la tecnologia necessaria dopo mesi di ricerca.
I dischetti Tiny Vinyl misurano esattamente 4 pollici contro i 12 del disco tradizionale. La velocità di riproduzione però è la stessa: 33 e 1/3 giri al minuto (contro i 45 giri del vecchio formato per i “singoli”). Tiny Vinyl ha due lati funzionanti e può contenere fino a quattro minuti di musica per faccia. La sfida tecnica principale riguarda la velocità lineare dello stilo: più ci si avvicina al centro del disco, più diminuisce la qualità audio. Per questo GZ Media ha dovuto ripensare l’intero processo produttivo, dal taglio del master in lacca alla pressatura finale, adattando macchinari progettati per formati molto più grandi. Secondo loro, però, i risultati sono di qualità adeguata.
Tutte le dimensioni del vinile
Formato | Area della copertina (mm) | Peso (gr) | Lati suonabili | Durata (per lato) | Costo tipico (negli USA) |
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Singolo 3″ | 95×95 | 22 | 1 | ~2.5 min | $12 |
Singolo Tiny Vinyl (33 1/3 rpm) | 108×108 | 37 | 2 | 4 min | $15 |
Singolo 7″ (45 rpm) | 184×184 | 56 | 2 | 6 min | $10–15 |
LP 12″ (33 1/3 rpm) | 314×314 | 300 | 2 | 23 min | $25–35 |
Come risponde il mercato
Per lanciare un formato però non basta la parte tecnica: servono anche i contenuti. I primi artisti hanno accolto il formato con curiosità. The Band Loula, duo alt-country che aveva appena firmato per l’etichetta Warner Nashville, ha portato i Tiny Vinyl in tour con Dierks Bentley, vendendo i dischetti a 15 dollari al loro stand del merchandising. Rainbow Kitten Surprise è stato il primo gruppo a produrre un secondo titolo dopo il successo del primo. Anche grandi nomi come Blake Shelton, Melissa Etheridge e i Rolling Stones hanno aderito all’iniziativa.
Negli Usa il prezzo al pubblico si aggira sui 15 dollari per singolo, quasi il doppio rispetto a un tradizionale 45 giri da 7 pollici. Il formato si allinea alle modalità di consumo musicale contemporanee: pochi brani, rilasci frequenti, oggetti da collezione. Gli artisti non devono più accumulare dieci o dodici canzoni per pubblicare qualcosa su vinile. Con uno o due pezzi sono già operativi.
Sfide e prospettive
C’erano dei precedenti, che però non sono andati bene. Ad esempio, il formato da 3 pollici lanciato in Giappone nel 2004 era fallito per la mancanza di lettori disponibili. Tiny Vinyl aggira il problema funzionando su giradischi manuali standard, anche se i modelli automatici che riposizionano la testina automaticamente, come l’Audio-Technica LP60, non sono compatibili. Alcuni produttori di giradischi hanno già espresso interesse per sviluppare modelli compatibili, ma tutto dipende dai numeri di vendita.

E per i contenuti? Secondo la stampa specializzata americana le etichette indipendenti restano caute per motivi di tipo commerciale. L’ordine minimo di 2000 copie è proibitivo per piccole realtà abituate a tirature di poche centinaia. Il formato sembra pensato per artisti già affermati e major discografiche. Tuttavia, l’integrazione con il sistema di rilevamento Luminate garantisce che le vendite vengano conteggiate nelle classifiche Billboard, un vantaggio non trascurabile.
Il successo dipenderà dalla capacità di trasformare la novità in standard. E magari portarlo anche da noi. GZ Media ha la capacità produttiva necessaria grazie ai suoi stabilimenti in Europa, Stati Uniti e Canada. Target ha aperto la strada, ma negli Usa già Barnes and Noble, Walmart e Best Buy ci stanno lavorando. Se il pubblico risponderà positivamente, il vinile tascabile potrebbe diventare il nuovo modo di portare musica fisica sempre con sé.
Alcune fonti di questo articolo:
- https://www.tinyvinyl.com
- https://www.target.com/c/tiny-vinyl/-/N-7f0kq
- https://www.forbes.com/sites/matthewleimkuehler/2025/08/11/what-is-tiny-vinyl-all-about-the-new-format-hitting-target-shelves/
- https://arstechnica.com/gadgets/2025/09/tiny-vinyl-is-a-new-pocketable-record-format-for-the-spotify-age/
- https://arstechnica.com/gaming/2019/03/the-possible-curious-comeback-of-3-inch-vinyl-records/