Steve Jobs è stato molte cose e una di queste sicuramente è l’aver avuto una attenzione per i dettagli quasi maniacale. Prendiamo il mouse, ad esempio. Anzi, il primo mouse.

Non il primo mouse in assoluto, perché Apple certamente non ha inventato il mouse. Anzi. Il dispositivo per muovere il puntatore sullo schermo ha origini antichissime che predatano quelle del personal computer. 

Il Rollkugel (trackball-mouse) di Telefunken

La storia del mouse

Ci sono state le trackball inventate subito dopo la Seconda guerra mondiale nel Regno Unito per gestire il sistema di controllo dei puntatori radar del CDS, Comprehensive Display System, della Marina. E su questa base i britannici sostengono di aver inventato il mouse prima degli americani.

Poi c’è anche il modello creato dalla tedesca AEG Telefunken, azienda di elettronica famosa in Italia per i televisori del primo dopoguerra. Il loro Rollkugelsteuerung (“controllo a trackball” in tedesco) era uno strumento di puntamento opzionale di un loro terminale grafico. Ma sono arrivati tardi, alla fine del 1968. 

L’inventore del mouse invece è Douglas Engelbart, genio dell’informatica americano, che lo aveva creato nel 1963, chiamandolo però “Bug” (“baco”). Con Bill English aveva realizzato il primo prototipo funzionante l’anno dopo ma bisogna arrivare al 1965 con il “Computer-Aided Display Control” perché venisse chianato “mouse”. Un topolino dotato di una scatoletta che conteneva la rotella (o le due rotelle, una sull’asse delle X e una su quello delle Y) per registrare il movimento, e il cavetto, la “coda” del topo, che lo collegava al computer.

Il Macintosh 128K e il suo sofware
Il Macintosh 128K e il suo sofware

Il mouse di Apple è diverso

I mouse dagli anni Settanta fino a metà anni Ottanta avevano le forme più diverse: con due, tre, quattro, anche cinque pulsanti, a trackball, con o senza rotelle. E venivano usati come alternativa ad altri sistemi di puntamento: joystick, joypad, penne ottiche e vari altri sistemi. 

Ci voleva la Apple di Steve Jobs per pensare di rendere il mouse uno strumento di serie, assieme all’ìnterfaccia a menu, finestre e icone. Per farlo Jobs si concentra sulle due cose che amava di più oltre all’innovazione: la facilità d’uso e il marketing.

E sono proprio questi due particolari che spiccano nel mouse prima del Lisa (1983) ma soprattutto del Macintosh (1984). Il design filante, il pulsante singolo centrale (niente pulsante destro, che invece verrà scelto da Bill Gates come standard per Windows) e il piccolo logo della Mela stampato a rilievo nella scocca del mouse.

Forma e funzione, design e marketing. Tutto improntanto a una grande semplicità. Tanto è vero che, quando in studio abbiamo provato il mouse del primo Macintosh del 1984, è stato come usare un normalissimo mouse di oggi, quarant’anni dopo. Non sono molte le tecnologie che funzionano così bene a distanza di così tanto tempo.

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