La neve mortale cade su Buenos Aires, silenziosa e implacabile come una dittatura che avanza senza preavviso. Gli uomini comuni diventano eroi riluttanti, costretti a unirsi contro una minaccia aliena che non mostra pietà. L’Eternauta, ora serie Netflix con Ricardo Darín nei panni di Juan Salvo, rappresenta un ritorno alle origini di un genere che ha colonizzato l’immaginario contemporaneo. Questa storia argentina, nata dalla penna di Héctor Germán Oesterheld e dalla matita di Francisco Solano López tra il 1957 e il 1959, non è semplicemente un classico del fumetto: è l’archetipo dimenticato da cui discendono tutti i moderni racconti di sopravvivenza post-apocalittica.
La trasposizione Netflix, pur con un ritmo lento tipico delle produzioni di qualità, cattura l’essenza di un’opera che ha anticipato di decenni fenomeni come “The Walking Dead”, “The Last of Us” o “Bird Box”. Gli elementi archetipici sono tutti presenti: la catastrofe improvvisa, il gruppo eterogeneo di sopravvissuti, l’ambiente urbano trasformato in trappola mortale, la tecnologia improvvisata come strumento di resistenza. La serie conserva l’atmosfera claustrofobica e lo spessore politico dell’originale, trasformando la fantascienza in potente metafora della realtà sociale argentina, ieri come oggi.

L’antesignano del genere survival
L’Eternauta ha codificato schemi narrativi che oggi sembrano scontati ma che all’epoca erano rivoluzionari. La figura di un protagonista ordinario catapultato in circostanze straordinarie, così diversa dai supereroi americani, ha definito un nuovo tipo di eroismo basato sulla resilienza quotidiana. L’invasione aliena che procede per fasi progressive – dalla neve mortale ai “cascarudos”, dai “manos” fino ai misteriosi “Ellos” – stabilisce una struttura di minaccia crescente ripresa da innumerevoli opere successive. Il messaggio “nessuno si salva da solo”, centrale nella storia, anticipa la dimensione collettiva della sopravvivenza che caratterizza le narrazioni contemporanee.
Perché L’Eternauta è una grande storia (in 10 punti)
Punto chiave | Spiegazione |
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Il primo vero survival | L’Eternauta ha codificato nel 1957 tutti gli elementi che oggi definiscono il genere: catastrofe improvvisa, gruppo di sopravvissuti, risorse limitate e minaccia crescente |
L’eroe comune | Juan Salvo non è un supereroe ma un uomo qualunque: questa figura di protagonista ordinario ha ridefinito l’eroismo nella cultura pop |
La neve letale | La neve tossica che uccide al contatto è una metafora visiva potentissima che rappresenta l’avanzare silenzioso di forze oppressive |
Buenos Aires protagonista | La scelta di ambientare l’apocalisse in una città sudamericana, non a New York o Tokyo, ha rivoluzionato la geografia dell’immaginario fantascientifico |
La struttura a fasi | La progressione della minaccia aliena (neve, cascarudos, manos, Ellos) ha stabilito un modello di tensione crescente ripreso da innumerevoli opere successive |
Il significato politico | Sotto la superficie della storia di fantascienza, si nasconde una potente allegoria della resistenza contro le dittature che ha reso l’opera senza tempo |
“Nessuno si salva da solo” | Il messaggio centrale dell’opera, la necessità di unirsi per sopravvivere, ha anticipato la dimensione collettiva tipica delle narrazioni post-apocalittiche moderne |
La costruzione dell’atmosfera | Il ritmo lento e l’attenzione ai dettagli quotidiani creano una tensione autentica che molte opere successive hanno cercato di replicare |
L’improvvisazione tecnologica | Le tute anti-radiazioni improvvisate e le armi adattate hanno inaugurato il filone del “fai-da-te apocalittico” oggi centrale in ogni survival |
La memoria come resistenza | Con l’Eternauta raccontare storie è un atto di resistenza: il protagonista stesso è un narratore che cerca di preservare la memoria di ciò che è accaduto |
La nuova serie coglie perfettamente la specificità geografica e culturale dell’opera, evitando la tentazione di universalizzare eccessivamente il racconto. Buenos Aires non è semplicemente uno sfondo, ma diventa personaggio essa stessa, con le sue strade riconoscibili ora deserte, i suoi edifici iconici trasformati in rifugi precari. La dimensione politica dell’opera originale, nata in un periodo di tensioni che preludevano alle dittature argentine, trova nuovi significati in un presente ancora segnato da fratture sociali ed economiche.

Una lezione di narrazione
L’approccio visivo della serie privilegia l’autenticità all’eccesso di effetti speciali, creando un’atmosfera di realismo inquietante che amplifica l’impatto emotivo della storia. La fotografia desaturata e fredda trasmette efficacemente il senso di un mondo precipitato nell’inverno esistenziale. L’interpretazione misurata di Darín dona profondità a Juan Salvo, facendone l’emblema di una resistenza umana e imperfetta contro forze soverchianti.
La lentezza narrativa, che in realtà potrebbe risultare ostica al pubblico abituato ai ritmi frenetici delle produzioni contemporanee, rappresenta in realtà una scelta stilistica consapevole e coerente con l’originale. Questa cadenza permette di sviluppare adeguatamente i personaggi secondari, costruendo quel senso di comunità essenziale al messaggio dell’opera. La serie, che è già stata rinnovata per una seconda stagione, dimostra come i grandi racconti non invecchino ma si trasformino, parlando a generazioni diverse attraverso linguaggi rinnovati ma mantenendo intatto il loro nucleo di verità.