Il 30 luglio 2025 Mark Zuckerberg ha pubblicato un manifesto sulla “Superintelligenza personale”, promettendo una rivoluzione che metterà il potere dell’intelligenza artificiale avanzata nelle mani di ogni individuo. Secondo il fondatore di Meta questa tecnologia aiuterà le persone a raggiungere i propri obiettivi personali, creare ciò che desiderano vedere nel mondo e vivere qualsiasi avventura immaginabile.

La visione prevede dispositivi indossabili come occhiali smart, ancora più sofisticati di quelli che l’azienda sta commercializzando con Luxottica, capaci di “vedere ciò che vediamo, sentire ciò che sentiamo e interagire con noi durante tutta la giornata“.

È tutto molto bello, ma c’è un problema: ci sembra di aver già sentito questa storia.

I corsi e ricorsi della storia

Solo pochi anni fa, Zuckerberg aveva annunciato con la stessa enfasi il Metaverso come la prossima frontiera dell’umanità, investendo decine di miliardi di dollari in una scommessa che finora si è rivelata un clamoroso fallimento. Le promesse di mondi virtuali popolati da miliardi di utenti non si sono materializzate di fronte alla prima realtà di avatar mal riusciti e esperienze poco coinvolgenti.

Il cambio di nome da Facebook a Meta, simbolo di questa trasformazione e voluto anche per ripartire con un nome “pulito” dopo scandalo Cambridge Analytica, invece è diventato l’emblema di una strategia comunicativa fallimentare. Ora Zuckerberg riprova con l’intelligenza artificiale, ma le similitudini con il passato sono inquietanti.

Cosa promette Mark Zuckerberg questa volta?

PromessaDescrizione breveDettagli
Superintelligenza personaleAI altamente personalizzata e integrata con la vita dell’utenteFunge da “clone cognitivo” che conosce e anticipa i desideri dell’utente
Supporto agli obiettivi personaliAiuto per realizzare sogni, creare, migliorare relazioni e crescerePotenzia creatività, relazioni e crescita personale
Dispositivi indossabiliOcchiali smart come principali dispositivi di interazione“Vedono” e “sentono” il contesto dell’utente, sempre connessi
Empowerment individualePotenziare autonomia e creatività vs automazione e sostituzione del lavoro umanoMeta privilegia l’empowerment personale contro visioni centralizzate
Uso responsabile e sicurezzaMitigazione dei rischi e cautela nell’open sourceImpegno a costruire una AI sicura e controllata
Fase decisiva del decennioPeriodo cruciale per definire l’impatto della superintelligenzaDeterminerà se sarà strumento di emancipazione o sostituzione sociale
Investimenti e sviluppoFinanziamenti fino a 72 miliardi di dollari nel 2025Creazione di infrastrutture e laboratori dedicati
Integrazione nelle piattaformePresenza della AI nelle piattaforme social e nei nuovi deviceAmpliamento delle capacità produttive e comunicative

La Superintelligenza personale di Meta si differenzia dalla concorrenza per un approccio che punta sul potenziamento individuale anziché sull’automazione centralizzata. Mentre OpenAI e Google sviluppano sistemi che potrebbero sostituire il lavoro umano, Zuckerberg promette un’AI che potenzia le capacità personali di ciascuno.

L’obiettivo dichiarato è creare assistenti digitali che conoscano profondamente gli utenti, comprendano i loro obiettivi e li aiutino a realizzarli attraverso una presenza costante nella vita quotidiana. Per sostenere questa visione, Meta ha annunciato investimenti fino a 72 miliardi di dollari nel 2025 e ha acquisito il 49% di Scale AI.

La promessa dell’accessibilità universale

Zuckerberg sostiene che la Superintelligenza sarà democratica e accessibile a tutti, superando le barriere economiche e geografiche che caratterizzano molte tecnologie avanzate. La sua visione include un ecosistema di dispositivi indossabili che renderanno l’AI ubiqua e invisibile, integrandola perfettamente nel tessuto della vita quotidiana.

L’intelligenza artificiale, scrive Zuckerberg, non sarà più confinata agli schermi dei computer ma diventerà una presenza costante, capace di anticipare bisogni e fornire soluzioni in tempo reale. Questa promessa di inclusività globale suona familiare a chi ricorda gli annunci sul Metaverso come spazio democratico per tutti.

Forse proprio per questo motivo gli esperti internazionali hanno accolto queste dichiarazioni con notevole scetticismo, sollevando questioni fondamentali sulla privacy e la sicurezza. Dispositivi che vedono e sentono costantemente sollevano preoccupazioni enormi sulla raccolta di dati personali, specialmente considerando la storia controversa di Meta in materia di privacy.

L’idea di affidare a un’azienda già coinvolta in scandali come Cambridge Analytica il controllo di sistemi così pervasivi appare quantomeno problematica. Gli analisti sottolineano inoltre il paradosso di un’azienda che propone soluzioni ai problemi di solitudine e isolamento che le sue stesse piattaforme hanno contribuito a creare.

La stampa internazionale ha evidenziato le contraddizioni tra le promesse di empowerment personale e la realtà del modello di business di Meta, basato sulla raccolta massiva di dati. Psicologi ed esperti etici temono che i chatbot intelligenti proposti come rimedio alla solitudine possano peggiorare l’isolamento sociale invece di risolverlo. Le relazioni artificiali, per quanto sofisticate, non possono sostituire l’empatia e la reciprocità autentiche dei rapporti umani. Inoltre, resta aperta la questione di come garantire un accesso equo a queste tecnologie senza creare nuove forme di disuguaglianza digitale.

Il cosmo secondo l'AI, che poi è quella che ha generato questa immagine
Il cosmo secondo l’AI, che poi è quella che ha generato questa immagine

I dubbi sulla realizzazione pratica

Le sfide infrastrutturali per realizzare una superintelligenza distribuita su scala planetaria sono enormi e potrebbero rendere inattuabili le promesse di inclusività. Gli investimenti necessari per creare l’hardware e il software richiesti superano le capacità di qualsiasi singola azienda, anche delle dimensioni di Meta.

La complessità tecnica di sistemi che devono funzionare in tempo reale per miliardi di utenti simultaneamente pone interrogativi sulla fattibilità dell’intero progetto. Molti osservatori vedono nelle dichiarazioni di Zuckerberg più una strategia di marketing che un piano concreto di sviluppo tecnologico.

Il timing dell’annuncio appare sospetto, arrivando proprio mentre Meta cerca di rilanciare la propria immagine dopo il fallimento del Metaverso e la crescente concorrenza nel settore dell’AI. La necessità di mantenere alta l’attenzione degli investitori e giustificare massicci investimenti in ricerca e sviluppo potrebbe spiegare l’enfasi retorica di queste promesse.

La storia recente di Meta dimostra come le grandi visioni possano rapidamente trasformarsi in costosi fallimenti quando si scontrano con la realtà tecnologica e commerciale. Il pattern sta diventando ricorrente: annunci grandiosi, investimenti miliardari, risultati deludenti.

La guerra per il controllo dell’intelligenza artificiale si sta combattendo anche sul piano comunicativo, con ogni azienda che cerca di posizionare la propria visione come quella vincente. Meta sceglie la carta della personalizzazione estrema, contrapponendola alla centralizzazione proposta dai concorrenti, ma questa distinzione potrebbe rivelarsi più apparente che sostanziale.

Infatti, alla fine tutte queste aziende puntano al controllo dei dati e delle interazioni degli utenti, indipendentemente dalla strategia utilizzata. La personalizzazione estema equivale concretamente a una centralizzazione del controllo. Per questo la superintelligenza personale di Zuckerberg rischia di essere una nuova bolla comunicativa destinata a sgonfiarsi di fronte alla realtà, proprio come accaduto al Metaverso.

Il verdetto: rivoluzione o déjà vu?

La storia della tecnologia è piena di promesse grandiose che si sono rivelate premature o irrealizzabili (ad esempio Llama4, il modello LLM di punta di Meta, è risultato molto al di sotto delle attese), e le dichiarazioni di Zuckerberg sembrano seguire questo schema consolidato. Le similitudini con il lancio del Metaverso sono troppo evidenti per essere ignorate: stessa retorica rivoluzionaria, stessi investimenti miliardari, stesse promesse di trasformazione sociale.

Il rischio è che anche questa volta gli utenti si ritrovino con tecnologie acerbe vendute come rivoluzionarie, mentre i veri progressi dell’AI avvengono altrove. La credibilità di Meta è compromessa dai fallimenti passati e dalle controversie sulla privacy, rendendo difficile prendere sul serio queste nuove promesse senza concrete dimostrazioni pratiche.

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