Ci sono almeno tre modi diversi di raccontare cos’è un Cilindro di O’Neill. Forse avete letto “Ringworld” di Larry Niven, una vecchissima serie di romanzi di fantascienza (molto belli, peraltro). Oppure avete giocato al primo capitolo di Halo, il classico videogioco per Xbox creato da Bungie ormai quasi venticinque anni fa. Oppure avete visto l’anime “Gundam”, uscito sugli schermi giapponesi nei lontanissimi anni Settanta.
Oppure avete addirittura studiato il libro “Colonie umane nello spazio” del fisico Gerard K. O’Neill, che ha dato il via all’idea nel 1969. Ecco, partiamo da lui, partiamo cioè dall’inizio.
Chi era il signor O’Neill
Gerard K. O’Neill era un fisico che insegnava all’università di Princeton, una delle più prestigiose accademie americane. Negli anni Sessanta, in piena corsa spaziale, mentre gli Usa e l’Unione Sovietica si sfidavano (spoiler alert: vinsero gli americani portando per primi due uomini sulla Luna), lui decise di fare un laboratorio con i suoi studenti universitari. Tema per tutti: costruire le migliori strutture spaziali abitabili.
Il futuro è cilindrico
| Aspetto | Descrizione | Dettagli chiave |
|---|---|---|
| I Cilindri di O’Neill sono habitat spaziali orbitanti | Concepiti alla fine degli anni ’60 dal fisico Gerard K. O’Neill. | Due cilindri controrotanti lunghi 30 km e con raggio di 3 km, collocati nei punti di Lagrange per restare stabili. |
| Ogni cilindro ha sei fasce interne | Ci sono tre “finestre” per la luce e tre “terre” per abitazioni e paesaggi. | All’esterno è presente un anello agricolo di 15 km di raggio che ruota a velocità diversa; la zona centrale ospita le attività industriali a gravità ridotta. |
| La rotazione genera gravità artificiale sulla superficie interna | Degli specchi mobili gestiscono illuminazione e cicli giorno-notte. | L’atmosfera interna e la struttura metallica forniscono protezione dalle radiazioni cosmiche; la rotazione riduce al minimo l’effetto Coriolis. |
| I vantaggi di questo tipo di strutture sono notevoli e ben bilanciati | Consentono la creazione di grandi aree abitabili senza affrontare gli ambienti ostili di Luna o Marte. | Più facili, economici e sicuri da costruire rispetto alle colonie planetarie; sfruttano luce solare diretta e sono energeticamente autonomi. |
| L’idea alla base degli habitat orbitali è semplice ma efficace | Ripresa da Jeff Bezos come modello di sviluppo umano nello spazio. | Prevedono un’espansione graduale di attività industriali e abitative in orbita, con infrastrutture autonome e modulari. |
Ci si misero in parecchi e nacquero dei progetti che sulla carta convergevano tutti verso un’idea molto simile: utilizzando materiali ordinari (acciaio e vetro) si potevano fornire grandi aree abitabili orbitali, con una tipica struttura cilindrica. Cilindri molto, molto grossi che restavano in orbita stabile perché sfruttavano i cosiddetti “Punti di Lagrange” del sistema solare.
Il lavoro fatto con gli studenti nel 1969 venne pubblicato prima su Physics Today nel 1974 e poi come libro in maniera molto più articolata. Il modello finale, noto come Island Three, prevedeva la costruzione di due enormi cilindri che ruotavano in direzioni opposte. Ecco com’erano fatti.

Isole nello spazio
Ogni cilindro di O’Neill aveva una lunghezza di circa 30 chilometri e un raggio di tre chilometri, scriveva il fisico nei suoi piani teorici di costruzione. La superficie interna era suddivisa longitudinalmente in sei fasce di pari dimensioni: tre destinate a fungere da “finestre” per la luce solare e tre dedicate a funzioni abitative e terrestri.
All’esterno, un ulteriore anello agricolo con un raggio di 15 chilometri, collocato oltre la struttura principale, ruotava a una velocità differente per creare le condizioni adatte alla coltivazione. Le attività industriali, invece, erano concentrate nel nucleo centrale, dietro il disco di comunicazione, così da poter sfruttare l’ambiente a gravità ridotta per i processi produttivi.
La rotazione dei cilindri avrebbe generato una gravità artificiale grazie alla forza centrifuga agendo sulla superficie interna. L’effetto Coriolis su strutture di queste dimensioni non causerebbe problemi significativi di cinetosi: la maggior parte degli abitanti non avrebbe avvertito disagi, pur potendo percepire la direzione di rotazione del cilindro semplicemente muovendo la testa. Inoltre, la combinazione tra l’atmosfera contenuta all’interno e lo spessore metallico dell’involucro esterno avrebbe garantito una schermatura efficace contro la radiazione cosmica.
Per assicurare l’illuminazione naturale, grandi specchi mobili sarebbero stati installati lungo il bordo esterno delle fasce finestrate. Questi pannelli, fissati su cerniere, avrebbero dovuto essere orientati in modo da riflettere la luce solare verso l’interno. La distinzione tra giorno e notte si sarebbe ottenuta modificando l’orientamento delle finestre: durante la notte, esse si sarebbero aperte verso lo spazio profondo, permettendo il raffreddamento radiativo; di giorno, gli specchi avrebbero seguito il Sole, producendo un ciclo luminoso progressivo. Un osservatore attento avrebbe potuto notare una lenta rotazione apparente dell’immagine solare, dovuta al movimento degli specchi rispetto alla rotazione dei cilindri.

Comunque, se volete vedere in sintesi come funziona il tutto, basta che vi andiate a guardare la serie tv a cartoni animati “Gundam”. Nella quale, però, i suoi creatori, Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate, erano andati oltre. Dopo aver immaginato un’umanità del futuro che aveva colonizzato il sistema solare, era anche scoppiata una guerra di indipendenza tra gli abitanti dei cilindri più esterni, riuniti nel Principato di Zeon, contro la Federazione Terrestre.
Una guerra che era cominciata subito molto male, perché uno di questi giganteschi cilindri era stato scagliato contro la Terra dal principato di Zeon, in un atto di terrorismo puro e semplice, e aveva distrutto mezza Australia. Un vero e proprio incentivo a non costruire i Cilindri di O’Neill, insomma. Ma per fortuna quella è solo fantasia, vero?
Ecco come ci arriveremo
| Fase | Obiettivo principale |
|---|---|
| 1. Infrastrutture orbitanti | Installare sistemi energetici e industriali nello spazio: pannelli solari, data center, produzioni automatizzate. |
| 2. Habitat sperimentali | Costruire moduli abitativi pilota per piccoli gruppi, testando sistemi di supporto vitale e rotazione artificiale. |
| 3. Cilindri completi | Realizzare strutture su larga scala capaci di ospitare comunità autosufficienti, con agricoltura e industria integrate. |
Li costruiremo mai?
Eppure, Jeff Bezos punta proprio a questo approccio. Cilindri orbitanti autosufficienti. Non subito, ma a passi progressivi, dopo aver spostato nello spazio una serie di funzioni e attività: produzione di energia, raffreddamento di server per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, produzioni industriali robotizzate.
Perché questa strada di “condomini e fattorie orbitanti” e non andare semplicemente a fare delle basi sulla Luna o su Marte? Perché, in sintesi, è più facile fare i cilindri di O’Neill che non arrivare fino a Marte e cercare di domare un ambiente che pare costruito apposta per uccidere qualsiasi creatura terrestre. La Luna? Pure peggio, ha solo il vantaggio di essere vicina, ma giusto quello.
Secondo una parte degli scienziati la superficie è difficile, costosa, pericolosa. Mentre gli habitat orbitanti, come avevano dimostrato O’Neill e i suoi studenti, sono più facili, economici e sicuri da costruire e da abitare. Per questo l’obiettivo di Bezos è quello di stare in orbita, nella speranza che poi nessuno ci scateni sopra una guerra con i Covenant (nel qual caso vi conviene stare dalla parte di Master Chief).
Alcune fonti di questo articolo:
- https://fortune.com/2025/10/15/amazon-founder-jeff-bezos-says-millions-of-people-will-be-living-in-space-by-2045-we-will-have-robots-commuting-to-the-moon/
- https://www.reuters.com/business/energy/data-centres-space-jeff-bezos-thinks-its-possible-2025-10-03/
- https://www.benzinga.com/news/space/25/10/48243511/jeff-bezos-sees-millions-living-in-space-in-coming-decades-elon-musk-says-mars-colony-needs-100k-people
- https://www.thebridgechronicle.com/tech/techjeff-bezos-space-habitat-prediction-tech-event-mp99
- https://nss.org/jeff-bezos-inspiring-pathway-to-humanitys-better-future/
- https://timesofindia.indiatimes.com/technology/tech-news/amazon-founder-jeff-bezos-makes-a-rare-public-appearance-at-tech-event-says-millions-of-people-will-live-in-/articleshow/124319269.cms
- https://www.blueorigin.com/destinations
- https://www.autoevolution.com/news/mockup-of-jeff-bezos-s-orbital-reef-space-station-was-just-tested-by-real-humans-250082.html
- https://www.businessinsider.com/why-living-in-space-impossible-say-astronauts-engineers-2025-8
- https://www.newsweek.com/nasa-spacex-blue-origin-moon-bases-contract-artemis-1988755
- https://www.smh.com.au/business/companies/utopia-or-extinction-the-space-visions-driving-bezos-and-musk-20250418-p5lsqu.html
- https://techcrunch.com/2020/09/23/blue-origin-job-listing-sheds-more-light-on-its-space-based-orbital-habitat-ambitions/

