L’hanno già ribattezzato “dottor robot”. È un robot chirurgo che ha eseguito per la prima volta nella storia delle procedure autonome di rimozione della cistifellea senza alcun intervento umano. Il risultato, annunciato dai ricercatori della Johns Hopkins University, segna un momento storico verso l’impiego di sistemi chirurgici completamente autonomi in ambito clinico.

Il Surgical Robot Transformer-Hierarchy, meglio noto come SRT-H, ha completato con successo tutti i 17 passaggi dell’intervento di rimozione della cistifellea in otto prove consecutive su cadaveri di maiale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Robotics, dimostra capacità precedentemente ritenute possibili solo con il giudizio umano.

Il sistema ha dimostrato di saper adattarsi in tempo reale alle variazioni anatomiche, rispondere ai comandi vocali e autocorreggersi quando si presentavano situazioni impreviste anche se nel contesto semplificato di una operazione ex-vivo e non in una sala operatoria con il caos di una operazione su paziente vivo. Il robot ha impiegato in media cinque minuti e 17 secondi per completare i compiti richiesti, rispetto ai circa quattro minuti dei chirurghi umani.

Nonostante abbia impiegato più tempo e abbia operato in una situazione ex-vivo (cioè non in una vera sala operatoria “attiva” con un paziente vivo), i ricercatori hanno riscontrato che le prestazioni del robot erano paragonabili a quelle dei chirurghi esperti. Il sistema ha effettuato in media 6,4 autocorrezioni per operazione, dimostrando una notevole capacità di adattamento.

Il robot ha appreso le procedure analizzando 17 ore di filmati chirurgici che mostravano i chirurghi della Johns Hopkins eseguire interventi alla cistifellea su cadaveri di maiale. Costruito utilizzando lo stesso tipo generico di architettura di apprendimento automatico che alimenta ad esempio ChatGPT, SRT-H può rispondere a comandi vocali come “afferra la testa della cistifellea” e a correzioni come “sposta un po’ il braccio sinistro verso sinistra“. La tecnologia si è dimostrata più adattabile dei sistemi precedenti, riuscendo a operare con successo anche quando i ricercatori cambiavano deliberatamente la sua posizione di partenza.

Il sistema ha funzionato correttamente persino quando sono stati introdotti coloranti simili al sangue che alteravano l’aspetto del tessuto della cistifellea.

Quando il robot entra in sala operatoria

RisultatoDettagliOpportunitàLimiti / Rischi
Intervento eseguitoColecistectomia (rimozione completa della cistifellea)Applicabile a procedure chirurgiche complesse e standardizzateNecessario test su esseri umani e su un numero maggiore di casi
Livello di autonomiaCompletamente autonomo, senza assistenza umana direttaRiduzione del carico lavoro per chirurghi, possibilità di interventi a distanzaResponsabilità legale e etica in caso di errore
Ambiente operativoUso su carcasse di maiale con condizioni realistiche e variabilità anatomica/simili a sangue realeCapacità di operare in condizioni cliniche reali e non controllatePotrebbe non gestire ancora tutte le possibile varianti anatomiche o complicazioni cliniche reali
Numero di passaggi chirurgiciEsecuzione completa di 17 fasi complesseRobot in grado di gestire interamente procedure articolateProcedure più lunghe o più complesse potrebbero richiedere ulteriori sviluppi
Addestramento17 ore di video chirurgici con didascalie, machine learning multimodaleApprendimento da dati reali senza programmazione manuale di ogni dettaglioDipendenza dalla qualità, quantità e rappresentatività dei dati di addestramento
Precisione e successo100% di successo negli 8 interventi di provaMaggiore sicurezza e risultati ripetibiliPiccola dimensione del campione che limita generalizzabilità
AdattabilitàCapacità di riconoscere variazioni anatomiche e rispondere a cambiamenti e correzioni in tempo realeMaggiore flessibilità rispetto a robot rigidi, potenziale per più procedure bio-variabiliPotenziale difficoltà in presenza di complicazioni gravi o imprevisti estesi
Interazione vocaleSegue comandi e correzioni vocali in tempo realeFacilita collaborazione con team chirurgico, training e supervisionePossibili problemi di interpretazione linguistica o ambientale (rumore, accenti)
Tempo medio interventoCirca 5 minuti e 17 secondi, più lento rispetto al chirurgo umanoPrecisione e fluidità che potrebbero migliorare con ulteriori ottimizzazioniTempi più lunghi potrebbero limitare l’uso in situazioni di emergenza o sotto vincoli di tempo
Capacità di auto-correzioneMedia di 6.4 auto-correzioni per interventoMaggiore affidabilità, riduzione di errori durante operazioniDifficoltà a gestire errori complessi o imprevisti non rilevati dal sistema autonomo
Architettura tecnicaBasato su IA simile a ChatGPT, apprende multimodalmente da video e linguaggioVersatilità e potenzialità di miglioramento continua attraverso l’apprendimentoComplessità del modello può rendere opaca la spiegazione delle decisioni (black box)
Significato clinicoPrimo robot che “comprende” e gestisce tutta la procedura chirurgica autonomamenteFondamento per sviluppo di robot autonomi in molteplici campi chirurgiciNecessità di lunghi processi normativi, regolatori e di validazione clinica prima dell’utilizzo umano estensivo
CollaborazioniIstituzioni accademiche di punta: Johns Hopkins, Stanford, società OptosurgicalSinergia multidisciplinare e risorse per sviluppi futuribiliRischi legati a condivisone dati, interoperabilità tecnologica e tempistiche diverse tra partner

Un salto tecnologico verso il futuro

Questo lavoro rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al risultato ottenuto dal team di Krieger nel 2022, quando lo Smart Tissue Autonomous Robot aveva eseguito il primo intervento chirurgico autonomo su un animale vivo. Tuttavia, quel sistema precedente richiedeva tessuti appositamente contrassegnati, operava in ambienti altamente controllati e seguiva piani chirurgici rigidi. Il nuovo sistema SRT-H si è dimostrato molto più flessibile e adattabile alle condizioni reali di sala operatoria. “Questo progresso porta da robot che possono eseguire compiti chirurgici specifici a robot che comprendono davvero le procedure chirurgiche“, ha detto Axel Krieger, esperto di robotica medica della Johns Hopkins che ha guidato la ricerca.

L’impatto di questa innovazione si estende ben oltre la singola procedura chirurgica. Il team di ricerca prevede di addestrare il sistema su ulteriori procedure chirurgiche ed espandere le sue capacità verso operazioni completamente autonome. La tecnologia potrebbe rivoluzionare la formazione dei chirurghi del futuro, che dovranno apprendere a collaborare con sistemi intelligenti sempre più sofisticati. Tuttavia, sono ancora necessari test approfonditi, approvazione normativa e validazione della sicurezza prima dell’impiego clinico su pazienti umani.

Dottor Robot al lavoro (Immagine generata con AI)
Dottor Robot al lavoro (Immagine generata con AI)

Ji Woong “Brian” Kim, autore principale dello studio ed ex ricercatore post-dottorato alla Johns Hopkins ora alla Stanford University, ha sottolineato che “questo lavoro rappresenta un grande salto rispetto agli sforzi precedenti perché affronta alcune delle barriere fondamentali all’impiego di robot chirurgici autonomi nel mondo reale“. La distinzione fondamentale di questo sistema risiede nella sua capacità di comprendere realmente le procedure chirurgiche, non solo di eseguire compiti specifici.

Questa caratteristica avvicina significativamente la medicina alla “realtà disordinata e imprevedibile dell’assistenza reale ai pazienti“, aprendo scenari prima impensabili per la chirurgia del futuro. Il successo dell’esperimento segna l’inizio di una nuova epoca in cui l’intelligenza artificiale non sarà più solo un supporto, ma un vero e proprio attore autonomo in sala operatoria.

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