La telepatia, cioè la capacità di comunicare solo con la mente, esiste? La scienza non è mai riuscita a dimostrare che sia possibile “naturalmente”. Tuttavia adesso, grazie a un chip di Neuralink, è possibile una forma di telepatia artificiale, o meglio, tecnologica. È infatti diventato possibile trasmettere il “pensiero” (o, almeno, alcuni tipi di stimoli provenienti dalla mente) direttamente dal cervello di un essere umano grazie a un chip impiantato nella testa di una persona.

Pensare di “mettere dei chip nella testa della gente” non è un’idea nuova. Dai romanzi di fantascienza alle teorie del complotto sul controllo della mente si è parlato tantissimo e inevitabilmente in maniera senza senso. Tuttavia, la ricerca scientifica in questo ambito esiste ed è una cosa molto seria. Gli esperimenti vengono portati avanti da centri di ricerca di tutto il mondo e si basano sull’utilizzo di sensori in grado di mappare l’attività del cervello. Gli scienziati cercano di capire quali impulsi del cervello servono ad esempio per muovere le gambe, o per alzare un braccio. Sinora perché nessuno si era spinto così avanti come Neuralink, l’azienda di Elon Musk.

Per la prima volta è stato installato il microchip su un paziente umano, Noland Arbaugh, un uomo di 29 anni

I ricercatori di Neuralink infatti non solo hanno sviluppato un microchip ma lo hanno anche “installato” per la prima volta su un paziente umano: Noland Arbaugh, un uomo di 29 anni rimasto paralizzato dalle spalle in giù per otto anni a seguito di un incidente subacqueo.

Musk stesso ha spiegato che l’operazione, condotta da un robot-chirurgo in grado di inserire migliaia di sottilissimi filamenti direttamente nel cervello per raccogliere gli impulsi bioelettrici del paziente, è andato a buon fine. “I progressi – ha detto Musk a febbraio di quest’anno – sono buoni e il paziente sembra essersi ripreso completamente, senza effetti negativi di cui siamo a conoscenza. Adesso il paziente è in grado di muovere il mouse sullo schermo semplicemente pensando“.

Il chip di Neuralink
Il chip di Neuralink – Immagine Wikimedia

Successi e polemiche

Lo stesso Arbaugh, in un livestreaming, ha fatto vedere come riesce a muovere il mouse sullo schermo di un computer e attivare altri meccanismi di interazione con il pensiero. Un’operazione in realtà con un decorso molto rapido visto che già il giorno dopo Arbaugh è stato dimesso.

I risultati quindi ci sono, ma sono solo iniziali: “Non voglio che la gente pensi che questa sia la fine del viaggio. C’è molto lavoro da fare”, ha scritto su X. “Ma a me ha già cambiato la vita”.

Per arrivare a questo risultato Neuralink, che è stata fondata da Musk nel 2016, ha fatto ricerca sperimentale e sviluppo tecnologico, conducendo migliaia di esperimenti sugli animali per analizzare il modo con il quale interagiscono con l’ambiente circostante. In alcuni casi semplicemente con delle osservazioni in laboratorio, in altri con operazioni per testare le nuove apparecchiature.

Moltissimi animali, dalle cavie sino ai primati, sono stati abbattuti al termine delle ricerche o sono morti durante gli esperimenti. Ci sono state molte polemiche su questa attività e sul modo con il quale vengono gestiti i laboratori dal punto di vista sanitario.

Ci sono state varie polemiche sulla ricerca condotta sugli animali, abbattuti al termine delle sperimentazioni e sulla gestione dei materiali organici nei laboratori

Musk ha sempre dichiarato che l’obiettivo di Neuralink è duplice. In una prima fase vuole aiutare le persone con disabilità dalla nascita o a seguito di traumi ma il cui cervello è funzionale a recuperare la mobilità e altre funzioni superiori. Ad esempio vuole far muovere le persone paralizzate, ma anche ridare la vista a chi non vede, tramite sensori e telecamere.

In prospettiva, però, Musk è convinto che sia necessario “aumentare” le capacità degli esseri umani per poter sconfiggere quello che ritiene il più grande rischio esistenziale davanti al quale ci siamo mai trovati: l’intelligenza artificiale. È solo utilizzando la tecnologia per potenziare il cervello, sostiene Musk, che gli esseri umani saranno in grado di competere con le macchine intelligenti.

Elon Musk presenta il robot chirurgo di Neuralink - Immagine Wikimedia
Elon Musk presenta il robot chirurgo di Neuralink – Immagine Wikimedia

Il piano di Elon Musk

Quello a cui Neuralink sta lavorando diventa quindi un progetto di “transumanesimo”; cioè, un progetto per usare la tecnologia allo scopo di potenziare il corpo e la mente degli esseri umani con l’obiettivo di andare oltre le capacità e i limiti biologici naturali.

Il lavoro è ancora all’inizio, e ci sono ancora interi settori da esplorare. Uno per tutti: il chip di Nauralink impiantato nel primo paziente umano è in grado di “leggere” la mente del paziente ma non di “inviare” informazioni al cervello.

Impiantare direttamente nel cervello stimoli sensoriali artificiali, ad esempio visivi o auditivi, o addirittura vere e proprie “comunicazioni” verbali o pre-verbali, è un’attività completamente diversa dalla semplice “lettura”. Neuralink e la quasi totalità dei centri di ricerca di tutto il mondo sono ancora molto lontani anche solo dal capire come fare. Ma è decisamente la direzione verso la quale si dirigono.

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