Chi era Steve Jobs? A quattordici anni dalla sua scomparsa, è lecito chiederselo, perché la memoria con il passare del tempo tende ad affievolirsi o a spegnersi. Il cofondatore (con Steve Wozniak) di Apple può sembrare una figura ormai lontana nel tempo, ma in realtà il suo pensiero e le sue intuizioni sono vive e tutt’altro che scomparse o inattuali. Il problema potrebbe essere casomai conoscerle, sapere quali sono. Ma in realtà anche per questo c’è una risposta ed è una vera sorpresa.
Infatti, anziché cercare i vecchi keynote su Youtube o gli articoli in rete e andare a cercare i libri (ce ne sono tantissimi, non tutti validi) da tre anni è nato un sito intitolato “Steve Jobs Archive” che ha proprio questo scopo: raccontare chi era Steve Jobs. Lanciato nel settembre 2022 con una piattaforma digitale dal design essenziale, l’archivio rappresenta uno sforzo corale di Laurene Powell Jobs, Tim Cook e Jony Ive per preservare l’eredità intellettuale del co-fondatore di Apple. Non si tratta di un semplice museo virtuale, ma di un organismo vivente che evolve e si arricchisce continuamente di nuovi contenuti. La missione è chiara: raccogliere e rendere accessibili i materiali che documentano la visione di Jobs, altrimenti dispersi nella vastità della rete. La ricchezza di quello che è disponibile (tutto in lingua inglese) è notevole e va ben oltre la creazione del Macintosh o degli altri prodotti di Apple (dal Mac mini al primo mouse di serie) e di particolari requisiti di design e interfaccia.

Fate qualcosa di meraviglioso
Cominciamo invece con “Make Something Wonderful”: è il gioiello della corona in questo tesoro digitale. Il libro, disponibile gratuitamente in formato elettronico e in edizione cartacea per i dipendenti Apple, Disney e Pixar, raccoglie discorsi, interviste e corrispondenze di Jobs, molti dei quali inediti. La pubblicazione, curata con la meticolosità tipica dei prodotti Apple e progettata da LoveFrom, lo studio di grafica di Jony Ive (il designer che ha creato tutti i prodotti più iconici di Apple a partire dall’iMac del 1997 sino a iPhone e iPad), offre un viaggio cronologico nel pensiero del visionario cofondatore di Apple. Particolarmente preziose sono le riflessioni che coprono i momenti chiave della sua carriera, dal lancio di Apple fino al ritorno alla guida di Apple nel 1997-1998 dopo l’esperienza con NeXT e Pixar. Il libro non celebra semplicemente l’uomo, ma si propone di trasmettere i valori e le idee che hanno guidato le sue scelte rivoluzionarie.
Tra i documenti più intimi e rivelatori, spicca un’email che Jobs inviò a sé stesso nel 2010, un anno prima della sua morte. In questa riflessione personale, Jobs medita sulla dipendenza dell’umanità dalle invenzioni altrui e sull’importanza della collaborazione per il progresso. “Sono orgoglioso di molte delle cose che abbiamo costruito”, scrive, esprimendo in poche righe la sua filosofia di vita e di lavoro.
Da: Steve Jobs, sjobs@apple.com
A: Steve Jobs, sjobs@apple.com
Data: Giovedì 2 settembre 2010 alle 23:08
Coltivo poco del cibo che mangio, e di quel poco che coltivo non ho selezionato né perfezionato i semi. Non mi fabbrico da solo i vestiti che indosso. Parlo una lingua che non ho inventato né perfezionato. Non ho scoperto la matematica che utilizzo. Sono protetto da libertà e leggi che non ho concepito né legiferato, e che non faccio rispettare né giudico. Sono emozionato da musica che non ho creato io stesso. Quando ho avuto bisogno di cure mediche, ero impotente nell'aiutarmi a sopravvivere. Non ho inventato il transistor, il microprocessore, la programmazione orientata agli oggetti o la maggior parte della tecnologia con cui lavoro. Amo e ammiro la mia specie, vivi e morti, e dipendo totalmente da loro per la mia vita e il mio benessere.
Inviato dal mio iPad
Questo documento rappresenta una finestra privilegiata sulla mente di un uomo che ha sempre guardato oltre l’orizzonte del possibile. Le corrispondenze private completano il quadro, rivelando aspetti meno noti del suo pensiero e delle motivazioni che lo hanno spinto a perseguire standard così elevati.
La visione precoce dell’era digitale
Il discorso alla International Design Conference di Aspen del 1983 è un altro pezzo forte dell’archivio. In questo intervento, il giovane Jobs, appena ventottenne, anticipa con straordinaria lucidità molte delle innovazioni tecnologiche che oggi diamo per scontate. Parla di computer portatili, di interconnessione globale e persino di intelligenza artificiale, in un’epoca in cui internet era ancora un concetto embrionale. La visione di Jobs su come la tecnologia avrebbe trasformato la vita quotidiana appare oggi quasi profetica. Queste previsioni, formulate quando i personal computer erano ancora oggetti ingombranti e poco intuitivi, testimoniano la sua capacità di vedere oltre il presente.
“The Objects of Our Life” arricchisce ulteriormente l’archivio con filmati esclusivi. Il documentario non si limita a celebrare i successi di Jobs, ma esplora il suo processo creativo e la filosofia del design che ha permeato Apple. Altri materiali audiovisivi presenti nell’archivio offrono una dimensione più immediata del suo carisma e della sua capacità di comunicare idee complesse con semplicità disarmante. Questi video catturano l’essenza di un imprenditore che ha saputo combinare tecnologia e umanesimo in un’epoca di crescente digitalizzazione.
Lo Steve Jobs Archive non è solo un deposito di memorie, ma uno strumento attivo per il futuro. L’Archivio promuove programmi educativi, iniziative creative e borse di studio per giovani innovatori fuori dagli schemi per incoraggiare l’innovazione nello spirito di Jobs. Le partnership con istituzioni in tutto il mondo traducono la sua filosofia in azioni concrete per le nuove generazioni. L’obiettivo è chiaro: ispirare creativi, imprenditori e visionari a “fare qualcosa di meraviglioso“, come recita il titolo del libro-manifesto dell’archivio. In un’epoca in cui la tecnologia rischia di allontanarsi dalla sua dimensione umana, il pensiero di Jobs offre una bussola preziosa.
Visitare lo Steve Jobs Archive significa immergersi in un patrimonio di idee che trascende il tempo. A quattordici anni dalla sua scomparsa, la voce di Jobs risuona ancora potente, ricordandoci che la tecnologia è al servizio dell’umanità e non viceversa. Il suo lascito più grande non sono i prodotti rivoluzionari, ma la visione di un mondo in cui innovazione e creatività si fondono per migliorare la vita delle persone. L’archivio è il luogo dove questa visione continua a vivere, ispirando chi avrà il coraggio di pensare diversamente.
Alcune delle fonti di questo articolo:
- https://stevejobsarchive.com/
- https://9to5mac.com/2022/09/07/steve-jobs-archive/
- https://www.wallpaper.com/tech/make-something-wonderful-is-the-first-publication-from-the-steve-jobs-archive
- https://www.tuaw.com/2025/02/25/steve-jobs-archive-honors-apple-co-founders-70th-birthday/
- https://sixcolors.com/link/2022/09/the-steve-jobs-archive/
- https://www.forbes.com/sites/davidphelan/2022/09/10/steve-jobs-archive-why-you-should-take-a-look-and-why-you-shouldnt/
- https://www.seattletimes.com/business/who-gets-the-last-word-on-steve-jobs-he-might/