Dopo quasi quindici anni di regno incontrastato basato sui numeri di telefono, WhatsApp si prepara a una rivoluzione silenziosa ma radicale. L’app di messaggistica di Meta sta per introdurre gli handle, cioè i nomi utente che permetteranno di essere contattati senza dover necessariamente condividere il proprio numero. Si tratta di un cambiamento storico per una piattaforma che conta oltre 2,5 miliardi di utenti attivi e che ha sempre fatto del numero telefonico il proprio unico identificatore. La novità è ancora in fase di test ma il sistema di prenotazione anticipata degli username è già in arrivo, permettendo di assicurarsi per tempo il proprio nome preferito.

Come funzionano gli handle di WhatsApp

Il sistema prevede che ogni utente possa scegliere un nome utente unico, seguendo regole precise di formattazione. Gli handle dovranno contenere almeno una lettera e potranno includere lettere minuscole, numeri, punti e trattini bassi. Sono invece vietati username che iniziano con “www.” o composti solo da numeri, per evitare confusione e tentativi di impersonificazione. Ma la vera innovazione sta nella chiave di sicurezza associata allo username. Secondo le prime anticipazioni, potrebbe funzionare così: anche conoscendo l’handle di qualcuno, non sarà possibile inviare messaggi senza possedere questa chiave, se l’utente decide di attivarla. Il sistema di prenotazione anticipata servirebbe proprio a garantire equità, evitando che i nomi più ambiti vengano monopolizzati solo dai beta tester o dai primi ad accedere alla funzione.

La filosofia dietro questa scelta è chiara: disaccoppiare l’identità reale dal contatto diretto, offrendo agli utenti un controllo granulare su chi può contattarli. Il numero di telefono resterà comunque importante per la registrazione iniziale, ma non sarà più l’unico modo per essere trovati e raggiunti. Per le aziende e i professionisti questa novità apre scenari inediti, permettendo di interagire con clienti e follower senza dover necessariamente condividere numeri personali o aziendali.

La privacy al centro della trasformazione

L’introduzione degli username rappresenta un salto di qualità significativo per la tutela della privacy. Fino ad oggi, infatti, chiunque conoscesse il numero di telefono di una persona poteva aggiungerla a gruppi, inviare messaggi o semplicemente vedere quando era online. Con il nuovo sistema, questo non sarà più automatico: servirà conoscere l’handle e, in molti casi, anche la chiave di sicurezza associata. WhatsApp conferma così la sua nuova vocazione verso la protezione dei dati personali, che ha cominciato a essere usata con la crittografia end-to-end su tutti i messaggi e le chiamate. Le nuove funzioni di controllo avanzato della privacy permettono già di bloccare il download automatico dei media e limitare l’uso di intelligenza artificiale nelle conversazioni, se l’utente lo desidera.

Tuttavia, non è solo questione di proteggere i dati sensibili: si tratta anche di ridurre lo spam e i contatti indesiderati, che negli ultimi anni sono diventati un problema crescente sulla piattaforma. Con la combinazione username e chiave di sicurezza, WhatsApp punta a costruire un ambiente più controllato e sicuro, dove gli utenti decidono davvero chi può entrare in contatto con loro.

Chi domina la messaggistica

AspettoWhatsAppTelegramGoogle MessaggiSignal
Utenti attiviOltre 2,5 miliardiOltre 700 milioniAlto per utenti AndroidMinor numero ma crescente
Identità e usernameNuovo sistema username (handle) in rollout; migliora privacy rispetto al solo numero telefonoUsername da sempre, anonimi e privacy flessibileSi basa su numeri telefoniciBasato su numeri, senza username pubblici
CrittografiaEnd-to-end su messaggi e chiamateCrittografia end-to-end per chat segreteCrittografia end-to-end supportata solo in RCSElevato standard di crittografia end-to-end
Chiamate vocali/videoFino a 32 partecipanti, qualità altaChiamate di gruppo fino a 1000 (voce) e 30 (video)Integrate con Google Meet, meno nativeChiamate di qualità ma limitate nel numero partecipanti
Filtri e personalizzazioneSticker animati, avatar social, reazioni baseTemi, bot con IA, personalizzazioni avanzateReazioni estese, colori bolle, effetti animatiLimitate, focus sulla privacy pura
Condivisione file/mediaFino a 2GB, compressione mediaFino a 2GB senza compressioneAlta qualità supportata con RCSlimitato rispetto altri, file piccoli
Multi-dispositivoCompanion Mode fino a 4 smartphoneAccesso simultaneo illimitato da dispositiviAccesso desktop e web con limiti RCSMulti-dispositivo limitato e complicato
Protezione dallo spamReport manuale; controllo avanzato in sviluppoAI con filtri avanzati e bot anti-spamAI su dispositivo, blocco e segnalazioni automaticheAlto controllo privacy, meno spam
Focus PrivacyFocus elevato con protezione numero e crittografiaOttima privacy e controllo, ma cloud-basedPrivacy migliorata con RCS, ma non universaleMassima privacy e anonimato

La sfida con Telegram, Signal e Google Messaggi

Un elemento che sta mettendo pressione su WhatsApp e quindi su Meta è la rapida crescita della concorrenza. Usare gli handle serve anche a questo. Questa mossa, infatti, avvicina notevolmente WhatsApp a concorrenti come Telegram, che da sempre offre username pubblici e un sistema di identità anonima molto flessibile. Telegram permette infatti di essere contattati senza mai condividere il numero di telefono, con chiamate di gruppo fino a mille partecipanti vocali e trenta video, oltre a una personalizzazione avanzata con temi e bot basati su intelligenza artificiale.

Signal, dall’altra parte, resta il campione indiscusso della privacy pura con la sua crittografia di massimo livello, anche se offre funzionalità meno ricche e non dispone di username pubblici. Google Messaggi punta invece sull’integrazione nativa con Android e il sistema RCS (appena sposato anche da Apple), offrendo reazioni estese e personalizzazione delle bolle, ma la copertura non è ancora universale.

Il confronto diventa così molto interessante: WhatsApp mantiene il vantaggio schiacciante dei numeri, con una base utenti tre volte superiore a quella di Telegram e incomparabilmente più ampia di Signal. Tuttavia, colma il gap funzionale introducendo elementi che i concorrenti hanno già da tempo, senza però rinunciare alla semplicità d’uso che l’ha resa la piattaforma di messaggistica dominante nel mondo. La partita si gioca ora sul terreno dell’equilibrio tra privacy, funzionalità e accessibilità. Non c’è un vincitore sicuro.

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