Vuoi vendere acqua zuccherata per il resto della vita o venire con me a cambiare il mondo?“, chiese Steve Jobs a John Sculley negli anni Ottanta per convincerlo a diventare CEO di Apple. Quella domanda risuona ancora oggi, mentre l’azienda di Cupertino ha appena messo in vendita i nuovi iPhone 17, iPhone 17 Pro, iPhone 17 Pro Max e l’inedito iPhone Air.

Il keynote dello scorso 9 settembre ha effettivamente portato innovazioni concrete (non senza qualche dubbio). Comunque, l’iPhone Air, 5,6 millimetri di spessore e senza più sim fisica, trasforma il tanto odiato camera bump in un modulo completo che racchiude tutta l’elettronica, una soluzione ingegneristica elegante. I Pro tornano all’alluminio con sistema di raffreddamento a camera di vapore, aumentano la RAM del 50% (da 8 a 12 GB) e migliorano significativamente fotocamere e autonomia (ma forse la scocca è diventata prona ai graffi). Apple Watch Series 11, SE 3 e Ultra 3 aggiornano una gamma già matura, mentre gli AirPods Pro 3 promettono ulteriori raffinamenti grazie al chip H2 che riduce del 40% la già minima latenza.

Nonostante questi progressi tecnici più che tangibili, l’entusiasmo del pubblico nel mondo è meno forte, rispetto alle reazioni fuori scala dei primi modelli tra il 2007 e il 2010, quando si creavano addirittura delle code fuori dai negozi sin dalla notte prima della messa in vendita. Il problema non è la qualità dei prodotti, che rimane eccellente, ma la percezione che Apple si sia accontentata di perfezionare l’esistente invece di inventare il futuro. Mentre l’intelligenza artificiale rivoluziona il settore tecnologico, l’azienda appare in ritardo, relegata ai margini dell’innovazione.

La strategia di incassare miliardi da Google (da 18 a 20) per mantenere il motore di ricerca predefinito su Safari, seppur redditizia (come lo è per Firefox, del resto), ha probabilmente impedito lo sviluppo di competenze cruciali nel trattamento dei dati su larga scala. Competenze che oggi si rivelano fondamentali per l’era dell’AI.

L’iPhone rimane uno dei migliori business della storia, ma la domanda di Jobs continua a riecheggiare: Apple sta ancora cambiando il mondo o si è accontentata di vendere la sua raffinata acqua zuccherata?

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