L’Enac, l’ente nazionale regolatore per il volo, ha avviato una sperimentazione che consente ai passeggeri di salire a bordo degli aerei mostrando solo la carta d’imbarco al gate, senza dover esibire obbligatoriamente carta d’identità o passaporto. La novità riguarda i voli nazionali e verso i Paesi dell’area Schengen (lo spazio che consente la libera circolazione di oltre 450 milioni di persone di cui fanno parte 25 dei 27 Stati Ue), con l’obiettivo dichiarato di snellire le procedure d’imbarco. Il documento d’identità deve comunque essere portato con sé per eventuali controlli a campione.

Su alcune tratte considerate “sensibili” verso Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia, i controlli di identità rimangono obbligatori. E poi serve comunque un documento per tornare indietro, dato che sono pochissimi i paesi europei che applicano un approccio simile.

In sintesi

AspettoDettagli
Documenti richiesti al gateSolo carta d’imbarco per voli nazionali e Schengen (esclusi Irlanda e Cipro)
Documento d’identitàSempre necessario averlo con sé, per controlli a campione e per il rientro
Tratte sensibiliControlli identità obbligatori su voli verso Francia, Germania, Paesi Bassi, Svezia
ObiettivoSnellire procedure d’imbarco senza ridurre la sicurezza
Stato della normaSperimentazione già avviata, con estensione progressiva

La misura si basa su tecnologie già esistenti negli aeroporti: controlli “invisibili” attraverso sistemi di sicurezza avanzati e raccolta di dati anticipati sui passeggeri. I macchinari a raggi X di ultima generazione e i software di analisi del rischio permettono di identificare potenziali minacce prima dell’imbarco. La sicurezza non viene compromessa ma redistribuita su più livelli, dalla fase di check-in ai controlli a campione. L’innovazione consiste nel trasferire l’identificazione dal gate ad altri momenti del processo di viaggio.

Il cambiamento presenta tuttavia alcuni limiti significativi. Ogni Paese applica regole diverse e la frammentazione normativa rimane un ostacolo concreto. Non tutti gli Stati Schengen hanno adottato procedure simili, complicando i viaggi di andata e ritorno. La gestione dei documenti si sposta ma non scompare, creando una percezione di semplificazione che nella pratica risulta parziale.

La burocrazia aeroportuale, insomma, si trasforma ma non si elimina. I controlli diventano meno visibili al passeggero ma rimangono nel sistema, distribuiti in fasi diverse del viaggio. L’efficienza aumenta marginalmente mentre la complessità gestionale per le compagnie aeree e gli aeroporti può paradossalmente crescere. La vera semplificazione richiederebbe un approccio più radicale e coordinato a livello europeo.

Come sul bus, quando basta solo il biglietto (Foto TechDale)
Come sul bus, quando basta solo il biglietto (Foto TechDale)

Un futuro digitale alle porte

Ci vuole un tocco di innovazione digitale. L’European Digital Identity Wallet, previsto per il 2026, rappresenterebbe infatti la vera rivoluzione in arrivo. Un’unica app europea che sostituisca gradualmente i documenti fisici, permettendo l’autenticazione digitale in tutti i 27 Paesi dell’Unione. Il sistema potrebbe garantire interoperabilità totale, eliminando le attuali frammentazioni nazionali. L’Italia ha già lanciato It Wallet dentro l’app IO, ma la versione europea promette una copertura e un’integrazione molto più ampie.

Il wallet digitale europeo offrirà vantaggi sostanziali rispetto alle soluzioni nazionali frammentate. Una sola app sostituirà decine di sistemi diversi, riducendo costi di sviluppo e complessità per cittadini e aziende. Gli standard di sicurezza saranno uniformi in tutta Europa, con autenticazione biometrica avanzata e controllo diretto dei propri dati. L’esperienza di viaggio diventerà fluida e omogenea, dal check-in online al controllo di frontiera.

Le sfide tecniche e politiche rimangono significative. L’accesso al wallet richiederà ancora documenti fisici come CIE (la Carta di identità elettronica) o avere uno SPID per la verifica iniziale dell’identità. La standardizzazione tra sistemi nazionali diversi comporta complessità normative e tecniche considerevoli. La sicurezza informatica e la protezione dei dati personali devono essere garantite a livelli massimi per ottenere la fiducia dei cittadini.

La transizione verso l’identità digitale richiederà un periodo di adattamento graduale per cittadini e istituzioni. Gli aeroporti dovranno aggiornare infrastrutture e formare il personale per gestire i nuovi sistemi di controllo. Le compagnie aeree si troveranno a operare in un ambiente ibrido, dove coesisteranno documenti fisici e digitali. La fase di transizione comporterà inevitabilmente qualche complicazione operativa, ma aprirà anche opportunità per servizi più personalizzati e efficienti.

I principali vantaggi

AspettoSistema Unico EuropeoMolte App Nazionali
InteroperabilitàGarantisce interoperabilità totale tra Paesi UE, permettendo di usare la stessa app ovunque senza problemi di compatibilità o riconoscimento reciproco.Rischio di frammentazione e incompatibilità tra app diverse, con difficoltà a usare documenti digitali fuori dal proprio Paese.
Esperienza utenteUnica app centralizzata semplifica l’uso, evitando la necessità di scaricare e gestire più app diverse per ogni Paese o servizio.L’utente deve gestire molte app diverse, con interfacce e logiche diverse, aumentando la complessità e la confusione.
Costi di sviluppo e manutenzioneUn’unica app o piattaforma riduce i costi di sviluppo, aggiornamento e manutenzione, concentrando risorse e sforzi su un solo progetto.Molte app nazionali comportano costi duplicati, con sviluppo e manutenzione separati, aumentando tempi e spese complessive.
Sicurezza e standardUn sistema unico può uniformare i protocolli di sicurezza, garantendo elevati standard omogenei e aggiornamenti centralizzati.Standard di sicurezza possono variare tra app nazionali, con rischi di disomogeneità e vulnerabilità differenziate.
Innovazione e competitivitàUn sistema unico può stimolare innovazione coordinata e facilitare l’integrazione di nuovi servizi digitali europei.Molte app nazionali possono frammentare il mercato, riducendo la concorrenza e la scalabilità delle innovazioni.
Riduzione della frammentazione tecnologicaEvita “isole digitali” e problemi di integrazione, favorendo un ecosistema digitale coeso e facilmente gestibile.Rischio di “macchie di leopardo” tecnologiche con sistemi non comunicanti tra loro, complicando l’uso e la gestione.

Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di mantenere elevati standard di sicurezza senza sacrificare la privacy dei cittadini. I dati biometrici e le informazioni personali dovranno essere protetti con crittografia avanzata e sistemi di controllo degli accessi rigorosi. La fiducia del pubblico rappresenta l’elemento cruciale per l’adozione di massa del wallet digitale. Eventuali violazioni della sicurezza o utilizzi impropri dei dati potrebbero compromettere l’intero progetto e rallentare la digitalizzazione dell’identità europea.

Il vero cambio di paradigma arriverà quando lo smartphone diventerà il documento universale per viaggiare in Europa. La sperimentazione Enac anticipa questa trasformazione ma ne rappresenta solo un assaggio limitato. Il 2026 segnerà l’inizio di un’era in cui l’identità digitale europea renderà obsoleti molti controlli fisici attuali. La promessa è ambiziosa: dal gate al controllo di frontiera, tutto gestito attraverso un’unica app sicura e interoperabile.

Unico problema che rimane aperto: chi non ha lo smartphone, come fa?

Alcune fonti di questo articolo: