Rischio impatto? Il primo luglio 2025 un telescopio robotico sulle Ande cilene ha intercettato un segnale particolare. Non era un normale asteroide del sistema solare, ma qualcosa di molto più raro per i nostri livelli di rilevamento attuali: una cometa interstellare, battezzata 3I/ATLAS, in viaggio da regioni remote della galassia. A 420 milioni di chilometri dalla Terra, questa visitatrice cosmica non rappresenta alcun pericolo e decisamente non è neanche il primo caso di oggetto avvistato e mappato per capire se pone un pericolo di impatto alla Terra, ma la sua scoperta illumina una realtà poco nota.

Ci siamo accorti di 3I/ATLAS e di molti altri oggetti prima di questo grazie a una rete globale di sentinelle elettroniche che non dorme mai. È il sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System). Un sistema composto da quattro telescopi robotici di cui due posizionati alle Hawaii e uno rispettivamente in Sudafrica e in Cile. I telescopi sono capaci di scandagliare l’intera volta celeste ogni ventiquattro ore. Una sorveglianza continua che ha già identificato oltre 1.200 asteroidi potenzialmente pericolosi e più di cento comete.

Visitatori spaziali

Nome Asteroide / CorpoData Passaggio RavvicinatoDistanza dal Centro TerraPotenziale Rischio / Note principali
1I/’Oumuamua14 ottobre 2017 (scoperta)Circa 24 milioni di kmPrimo oggetto interstellare osservato nel Sistema Solare, nessun rischio di impatto, velocità molto elevata e traiettoria iperbolica
99942 Apophis13 aprile 2029Circa 31.000 kmInizialmente considerato a rischio impatto, poi escluso; monitorato per passaggi futuri ravvicinati
2008 TC37 ottobre 2008Impatto diretto (disintegrato in atmosfera)Primo impatto asteroidale previsto con circa un giorno di anticipo; corpo di circa 5 metri, nessun danno a terra
Asteroide di Chelyabinsk15 febbraio 2013Impatto diretto (esploso a 30 km di quota)Asteroide di circa 20 metri; esplosione atmosferica con onda d’urto che ha causato circa 1.500 feriti
2024 YR42024 (passaggio ravvicinato)Alcune centinaia di migliaia di kmPassaggio ravvicinato senza rischio di impatto; monitorato da ATLAS e altri sistemi
2024 PT5Agosto 2024Passaggio ravvicinato (diventata “mini-luna” temporanea)Piccolo oggetto temporaneamente catturato dalla gravità terrestre; nessun rischio di impatto
433 ErosPassaggi regolari (nessun impatto previsto)Passaggi a milioni di kmAsteroide near-Earth studiato da sonde spaziali; nessun rischio imminente di impatto

Ogni telescopio ATLAS può fotografare un’area del cielo di circa 30 gradi quadrati (pari a cento volte il disco visibile della Luna piena) in una singola esposizione. I sensori CCD da oltre 100 megapixel catturano centinaia di immagini ogni notte, mentre algoritmi sofisticati confrontano automaticamente le foto per individuare oggetti in movimento. È un processo che richiede una precisione millimetrica: distinguere un piccolo asteroide dalle migliaia di stelle fisse non è un compito banale.

La scoperta di 3I/ATLAS non è stata casuale. I telescopi hanno registrato automaticamente il movimento anomalo dell’oggetto, confrontando migliaia di immagini del cielo notturno. Successivamente, gli archivi di altri osservatori hanno rivelato tracce precedenti risalenti al 14 giugno, permettendo di ricostruire la traiettoria completa di questa messaggera stellare. La cometa viaggia dalla costellazione del Sagittario e raggiungerà il punto più vicino al Sole il 30 ottobre, rimanendo sempre a distanza di sicurezza.

L'asteroide Ida e la sua luna Dactyl, fotografati dalla navicella spaziale Galileo (Immagine NASA/JPL-Caltech)
L’asteroide Ida e la sua luna Dactyl, fotografati dalla navicella spaziale Galileo (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Lo scopo del progetto Atlas è proprio quello: individuare “per tempo” l’arrivo di un oggetto che si avvicina Terra. Ma cosa succederebbe se invece di una cometa innocua arrivasse un asteroide diretto verso la Terra? La risposta sta nel tempo e nella tecnologia.

I piani di difesa planetaria

Il sistema ATLAS è stato progettato per fornire diversi livelli di preavviso: ventiquattro ore per oggetti di 20 metri, una settimana per quelli da 100 metri, fino a tre settimane per i giganti da un chilometro. Un margine di tempo che può fare la differenza tra una catastrofe globale e una deviazione controllata.

In caso di probabile impatto cosa possiamo fare?

Rischio di ImpattoStrategia di RispostaTempi necessari (preavviso)Fattibilità e limiti principali
Asteroidi piccoli (10-50 metri)Kinetic ImpactorGiorni-settimaneEfficace per deviazioni rapide, ma richiede almeno qualche giorno di preavviso. Può frammentare l’asteroide se non solido
Asteroidi medi (50-150 metri)Gravity TractorAnni-decine di anniMolto preciso e sicuro, ma richiede lungo preavviso (10-20 anni). Non dipende dalla composizione dell’asteroide
Asteroidi grandi (>150 metri)Kinetic Impactor + Gravity Tractor o Esplosivi nucleariDecenni (per metodi dolci), anni (per nucleari)Esplosivi nucleari usati solo con poco preavviso, rischiano frammentazione. Metodi dolci richiedono molto anticipo
Impatto imminente (poche settimane o meno)Esplosivi nucleariPochi anni o menoMetodo di emergenza, rischioso per frammentazione e gestione dei detriti, complessità tecnica e politica elevata

Le strategie di intervento variano a seconda delle dimensioni dell’intruso cosmico. La tecnica del “kinetic impactor” prevede di lanciare una sonda contro l’asteroide per modificarne la traiettoria tramite impatto diretto. La NASA ha già testato questa soluzione con la missione DART, colpendo con successo il piccolo asteroide Dimorphos nel 2022.

L’efficacia di questi metodi dipende molto dalla struttura dell’obiettivo. Un asteroide roccioso compatto reagisce diversamente rispetto a quello che sostanzialmente è un mucchio di detriti rocciosi tenuto insieme dalla gravità. Nel primo caso l’impatto devia l’intera massa, nel secondo rischia di frantumarlo senza ottenere l’effetto desiderato. Per questo la caratterizzazione dell’oggetto diventa fondamentale quanto la sua individuazione.

Per oggetti più grandi esistono soluzioni più raffinate come il “gravity tractor”: una sonda spaziale si posiziona vicino all’asteroide e lo devia lentamente sfruttando l’attrazione gravitazionale reciproca. Una danza cosmica che richiede però anni di anticipo per essere efficace. È la tecnica più elegante ma anche quella che necessita del maggior preavviso.

Nei casi estremi, quando il tempo scarseggia, rimane l’opzione nucleare: esplosivi fatti detonare vicino o sulla superficie dell’asteroide per frammentarlo o deviarlo drasticamente. Una soluzione rischiosa ma talvolta necessaria per oggetti di dimensioni apocalittiche.

Un piccolo glossario

TermineDefinizione
NEONear-Earth Object: qualsiasi asteroide o cometa la cui orbita si avvicina al Sole a meno di 1,3 unità astronomiche (AU) e che può avvicinarsi alla Terra
AU (Unità Astronomica)La distanza media tra la Terra e il Sole, circa 150 milioni di km. Usata come unità di misura delle distanze nel sistema solare.
Kinetic ImpactorTecnica di difesa planetaria che consiste nel colpire un asteroide con una sonda spaziale ad alta velocità per deviarne la traiettoria
Gravity TractorConcetto teorico di una sonda spaziale che si posiziona vicino a un asteroide e, sfruttando la propria gravità, lo “trascina” lentamente fuori rotta senza contatto diretto

La sorveglianza continua

Ogni notte, da qualche parte nel mondo, un telescopio ATLAS scruta il cielo alla ricerca di intrusi cosmici. La rete si sta espandendo con nuovi osservatori e tecnologie più raffinate, inclusi algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico delle minacce. L’entrata in funzione del nuovo telescopio cileno Vera C. Rubin rivoluzionerà l’astronomia anche da questo punto di vista, aumentando notevolmente la risoluzione delle osservazioni grazie al sensore da 3,2 megapixel.

La cometa 3I/ATLAS, la cui traiettoria si è rivelata per fortuna del tutto innocua, rappresenta un chiaro esempio del successo di questo sistema di allerta precoce. La sua scoperta, il tracciamento e la catalogazione sono avvenuti senza allarmi, dimostrando che oggi siamo molto più preparati di quanto si pensasse ad affrontare le sorprese del cosmo.

Alcune fonti di questo articolo: