Fissare una medusa che nuota nell’acqua scura di uno schermo mentre un visore monitora le onde cerebrali. Quando la mente si calma, l’acqua diventa turchese e il cervello impara a riconoscere questo cambiamento. Per la prima volta è possibile vedere la propria attività cerebrale modificarsi in tempo reale e allenarsi a riprodurla volontariamente. Quello che sembra fantascienza è in realtà PainWaive, un sistema terapeutico sviluppato dall’Università del New South Wales che sta rivoluzionando il trattamento del dolore cronico.

Il professor Sylvia Gustin e il dottor Negin Hesam-Shariati del NeuroRecovery Research Hub hanno condotto il primo trial clinico su questa tecnologia innovativa. I risultati, pubblicati sul Journal of Pain, mostrano che tre pazienti su quattro hanno ottenuto una significativa riduzione del dolore dopo quattro settimane di trattamento. L’efficacia si è dimostrata paragonabile o addirittura superiore a quella degli oppioidi, farmaci che rappresentano lo standard terapeutico ma comportano rischi di dipendenza. Il tutto utilizzando semplicemente un videogioco e un visore per elettroencefalogramma.

I numeri della sperimentazione PainWaive

AspettoDettagliRisultati
Partecipanti4 pazienti con dolore neuropatico corneale3 su 4 (75%) hanno mostrato riduzione significativa del dolore
Durata trattamento4 settimane, 20 sessioni totaliMiglioramenti evidenti verso la fine del trattamento
EfficaciaConfronto con terapie standardRisultati paragonabili o superiori agli oppioidi
TecnologiaVisore EEG + app gamingCosto 300 dollari australiani (meno di 170 euro)
ModalitàAutotrattamento domiciliareGestione autonoma dopo prime sessioni guidate
Follow-upMonitoraggio post-trattamentoBenefici mantenuti per 5 settimane dopo la conclusione
Prossimi studiTrial più ampi in programma224 partecipanti per dolore spinale e lesioni midollari
PubblicazioneJournal of Pain, giugno 2025Studio condotto da UNSW Sydney NeuroRecovery Research Hub

La tecnologia si basa su oltre dieci anni di ricerche sui meccanismi cerebrali del dolore neuropatico cronico. Gli scienziati hanno scoperto che i pazienti con questo tipo di dolore presentano pattern anomali nelle onde cerebrali: più onde theta lente, meno onde alfa e un eccesso di onde beta veloci. Questi cambiamenti interferiscono con la comunicazione tra il talamo, centro di relay del cervello, e la corteccia sensomotoria che registra il dolore. L’obiettivo di PainWaive è insegnare al cervello a normalizzare questi pattern attraverso il neurofeedback.

La rivoluzione del gaming terapeutico

Il sistema combina un’app di gaming con un visore EEG che costarà circa 300 dollari australiani (pari a circa 170 euro), una frazione del prezzo delle apparecchiature commerciali esistenti. I pazienti indossano il visore mentre giocano con animazioni di meduse sottomarine che cambiano colore in base all’attività cerebrale. Quando le onde cerebrali si normalizzano, l’acqua sullo schermo diventa più chiara e luminosa, fornendo un feedback visivo immediato. Questo meccanismo permette ai pazienti di imparare tecniche di autoregolazione mentale, dalla meditazione ai ricordi felici.

La professoressa Sylvia Gustin con la cuffia EEG di PainWaive (IImmagine Elva Darnell/UNSW Sydney)
La professoressa Sylvia Gustin con la cuffia EEG di PainWaive (IImmagine Elva Darnell/UNSW Sydney)

Il trial pilota ha coinvolto quattro pazienti affetti da dolore neuropatico corneale, una condizione rara che causa ipersensibilità estrema del viso e degli occhi. Ogni partecipante ha completato venti sessioni di trattamento nell’arco di quattro settimane, utilizzando il kit direttamente a casa propria. Dopo le prime sessioni guidate via videochiamata, i pazienti sono riusciti a gestire autonomamente il trattamento. I dati cerebrali venivano trasmessi in tempo reale al team di ricerca per il monitoraggio remoto.

I risultati hanno superato le aspettative: tre pazienti su quattro hanno riportato una riduzione significativa del dolore, particolarmente evidente verso la fine del trattamento. Gli effetti benefici si sono mantenuti per almeno cinque settimane dopo la conclusione della terapia. Il sistema ha dimostrato di essere non solo efficace ma anche facilmente accessibile, permettendo ai pazienti di gestire il proprio dolore nell’ambiente domestico. “I partecipanti si sono sentiti responsabilizzati nella gestione del proprio dolore“, ha detto il dottor Hesam-Shariati.

Verso una medicina personalizzata e accessibile

Ancora non è certo, però, che il sistema funzioni davvero. Infatti, nonostante l’entusiasmo per questi risultati, i ricercatori mantengono prudenza scientifica riguardo alle limitazioni dello studio. La dimensione ridotta del campione e l’assenza di un gruppo di controllo rendono necessari trial più ampi per confermare l’efficacia ed escludere effetti placebo. Tuttavia, i dati preliminari forniscono una base solida per procedere con studi più estesi. Il team sta già reclutando partecipanti per due nuovi trial che coinvolgeranno 224 persone con dolore spinale cronico e lesioni del midollo spinale.

L'apparceccio per l'EEG sviluppato dai ricercatori (Immagine PainWave)
L’apparceccio per l’EEG sviluppato dai ricercatori (Immagine PainWave)

In ogni caso i ricercatori ritengono di aver scoperto un percorso molto promettente. La tecnologia rappresenta un cambio di paradigma nel trattamento del dolore cronico, offrendo un’alternativa non farmacologica agli oppioidi. Il costo contenuto del dispositivo e la possibilità di autotrattamento domiciliare potrebbero democratizzare l’accesso a terapie innovative. L’approccio interdisciplinare combina neuroscienze, ingegneria biomedica e tecnologie gaming per creare una soluzione pratica e scalabile. “È incredibilmente stimolante vedere risultati che aiutano a sbloccare il potenziale del cervello di guarire se stesso“, ha detto il professor Gustin.

Il futuro della gestione del dolore potrebbe quindi passare attraverso lo schermo di un tablet e la capacità del cervello di riprogrammare se stesso. PainWaive è un esempio di come la tecnologia possa trasformare la sofferenza in un videogioco in cui si può vincere, restituendo controllo e speranza a milioni di persone che convivono con il dolore cronico. Una rivoluzione terapeutica che potrebbe presto arrivare nelle case di chi ne ha più bisogno.

Alcune fonti di questo articolo:

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