Meta sta cambiando. L’azienda di Mark Zuckerberg ha annunciato una serie di modifiche alle sue politiche interne ed esterne che segnano una netta discontinuità con il passato. Il cambiamento coinvolge tre aree principali: la moderazione dei contenuti sui social network del gruppo, i programmi interni di diversità e inclusione, e la strategia tecnologica che abbandona il metaverso per concentrarsi sulla realtà mista.

La gestione dei contenuti

La prima modifica riguarda l’abolizione del sistema di fact checking introdotto nel 2016. Meta ha deciso di sostituire la verifica delle notizie affidata a organizzazioni giornalistiche indipendenti con un sistema simile alle “Community Notes” di X, dove sono gli utenti stessi ad aggiungere contesto e correzioni alle informazioni condivise sulla piattaforma. Questa svolta nella moderazione dei contenuti entrerà in vigore nei prossimi mesi, inizialmente solo negli Stati Uniti.

Parallelamente, l’azienda ha comunicato ai dipendenti l’interruzione immediata dei suoi programmi di diversità, equità e inclusione (DEI). Questi programmi, che tutelavano i gruppi minoritari nelle procedure di assunzione e formazione, hanno portato a risultati concreti nel tempo: i dipendenti afroamericani sono passati dal 3,8% al 4,9%, mentre quelli ispanici dal 5,2% al 6,7%. La decisione di interromperli viene motivata citando un non meglio identificato “cambiamento del panorama legale e politico” negli Stati Uniti.

Tutta un’altra realtà

Ma la trasformazione più significativa riguarda la strategia tecnologica dell’azienda. Dal 2021, Meta ha investito circa 46 miliardi di dollari nel metaverso, una tecnologia immersiva che avrebbe dovuto sostituire il web tradizionale. Il progetto principale, Horizon Worlds, non è mai decollato, raggiungendo al massimo 300mila utenti mensili. Ora l’azienda sta ridimensionando le sue ambizioni nel campo della realtà virtuale per concentrarsi sulla “realtà mista”, una tecnologia che combina elementi virtuali con il mondo reale.

Mark Zuckerberg con gli occhiali del progetto Orion
Mark Zuckerberg con gli occhiali del progetto Orion

Al centro di questa nuova strategia, c’è la collaborazione con Ray-Ban per gli smart glasses, occhiali intelligenti capaci di registrare video, scattare foto e interagire vocalmente con gli utenti. Questi dispositivi, oltre ai prototipi da 10mila dollari, hanno registrato vendite superiori alle aspettative, diventando i prodotti più venduti nella maggior parte dei negozi Ray-Ban di Europa, Medio Oriente e Africa. L’importanza di questa partnership è tale che Meta starebbe considerando di acquisire il 5% delle azioni di Essilor-Luxottica, la multinazionale italo-francese proprietaria del marchio Ray-Ban.

La leggerezza della realtà mista

Il futuro di Meta sembra orientato verso una maggiore integrazione tra realtà mista e intelligenza artificiale. L’azienda ha annunciato che i prossimi modelli di smart glasses integreranno le AI generative di Meta AI, offrendo funzionalità come la traduzione in tempo reale delle conversazioni e il riconoscimento degli oggetti inquadrati. A differenza dell’approccio di Apple con Vision Pro, un visore costoso e ingombrante, Meta punta su dispositivi più leggeri, economici e utilizzabili quotidianamente.

Questa trasformazione segna un momento cruciale nella storia di Meta. L’azienda per il momento sta abbandonando il sogno del metaverso, che ha dato origine al suo stesso nome, per abbracciare una visione più pratica e immediata del futuro della tecnologia. Non più mondi virtuali completamente immersivi, ma dispositivi indossabili che arricchiscono la realtà quotidiana con elementi digitali e funzionalità basate sull’intelligenza artificiale. Un cambio di rotta che riflette sia l’evoluzione del mercato tecnologico sia il nuovo corso politico degli Stati Uniti.