Siamo abituati a pensare ai medici e alla medicina come qualcosa che interviene quando stiamo male. In realtà, curare la fase acuta di una malattia è solo una piccola parte della salute, quella che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito un “diritto umano fondamentale” fin dal 1946.

"Manuale operativo per la nave spaziale Terra" di R. Buckminister Fuller
“Manuale operativo per la nave spaziale Terra” di R. Buckminister Fuller

Per realizzare questo diritto universale, cioè che riguarda tutti i passeggeri dell’Astronave Terra, come scriveva Richard Buckminster Fuller nel suo fantastico libro “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra“, occorrono molte cose diverse. Una di queste è la medicina preventiva, cioè i controlli e le analisi che permettono di identificare le malattie quando stanno per sorgere oppure scoprire la predisposizione di una persona a un determinato tipo di malattia.

In tutto questo l’intelligenza artificiale sta cominciando a giocare un ruolo chiave. Infatti, sempre più spesso delle reti neurali addestrate per compiti specifici riescono a effettuare i compiti più specifici liberando tempo per i medici, e supplendo anche alle croniche carenze di organico di molte strutture medicali.

Infatti, i medici di medicina preventiva possono usare l’AI per tre compiti chiave: l’ottimizzazione dell’erogazione dei servizi sanitari, l’allocazione delle risorse e la valutazione dei programmi.

L’AI per la Sanità

L’AI può snellire le operazioni, ridurre i costi e migliorare i risultati dei pazienti prevedendo le loro esigenze e gestendo le cure in modo più efficace.

Gli specialisti di medicina preventiva possono anche applicare l’aI per monitorare e controllare i rischi ambientali e di salute sul lavoro.

Gli strumenti di AI possono analizzare i modelli dei dati ambientali per prevedere i rischi per la salute pubblica e monitorare le condizioni del luogo di lavoro per prevenire gli infortuni sul lavoro.

Infine, gli specialisti in medicina preventiva possono guidare l’integrazione dell’AI nella pratica clinica per supportare il processo decisionale nella medicina preventiva.

Con l’AI infatti è possibile aiutare la diagnosi nelle fasi iniziali delle malattie prevedere i rischi per i pazienti e a personalizzare le strategie di promozione della salute e di prevenzione delle malattie.

Le diagnosi dei test oncologici

C’è un ambito in particolare nel quale l’AI si sta rivelando strategica: il settore oncologico. Si sta infatti testando l’uso della AI per lo screening dei tumori al seno. Una malattia che è fondamentale cogliere nelle primissime fasi, sia per le donne adulte che per le ragazze.

Secondo i dati della American Cancer Society, una donna su 8, o circa il 13% della popolazione femminile, statisticamente sviluppa un cancro al seno invasivo nella sua vita e una donna su 39 (il 3%) muore a causa della malattia.

Lo screening del cancro al seno con la mammografia, per molte donne, è il modo migliore per individuare precocemente il cancro al seno, ovvero in una fase della malattia in cui il trattamento risulta più efficace. Sottoporsi regolarmente a mammografie può abbassare significativamente il rischio di morire di cancro al seno. È un controllo che si fa dai 50 anni in su, ma spesso è consigliato prima, anche dai 30 in su.

Screening mammografia
Screening mammografia

Come funziona l’AI nello screening

In paesi come l’Ungheria, scrive il New York Times, la sperimentazione dell’uso dell’AI per le diagnosi è stato portato molto avanti: dal 2021 viene usata l’AI in vari ospedali su pazienti reali. Sono 35mila le persone all’anno i cui test vengono in prima battuta analizzati in modo automatico: “L’Ungheria è diventata un importante terreno di sperimentazione per i software di intelligenza artificiale che individuano il cancro, mentre i medici discutono se la tecnologia potrà sostituirli nelle mansioni mediche”.

LE sperimentazioni servono per automatizzare le analisi e ridurre il numero dei falsi positivi e falsi negativi, ma anche ridurre l’invasività dei trattamenti causati da sovra-diagnosi riducendo il numero delle mammografie e delle biopsie.

I falsi positivi e i falsi negativi

Il problema di questo tipo di analisi che vengono fatte a tappeto su tutta la popolazione femminile, infatti, è la lettura “corretta” dei risultati. Il National Cancer Institute USA ha stimato che negli Stati Uniti più del 50% delle donne che si sottopongono a screening annuale, per dieci anni, sperimenterà un falso positivo con conseguente biopsia. Un altro dato rilevante è il numero elevato di falsi negativi. Durante le mammografie, infatti, i medici non rilevano circa il 20% dei tumori al seno presenti.

È un caso di errore umano da parte dei medici, statisticamente inevitabile. Ed è proprio lo spazio dove l’AI sta cominciando a fare la differenza. Un articolo, pubblicato su Nature (rivista scientifica), rivela che nel Regno Unito e negli Stati Uniti è stato testato un sistema di AI studiato per contrastare l’alto numero di falsi positivi e negativi.

La valutazione delle sue prestazioni è stata sorprendente, perché ha mostrato una riduzione di falsi positivi del 5,7% negli USA e dell’1,2% nel Regno Unito, nonché un calo del 9,4% e del 2,7% nei falsi negativi.

Il New York Times” scrive che l’AI ha ridotto il carico di lavoro dei radiologi di circa il 30% e ha aumentato il tasso di rilevamento del tumore del seno del 13%.

Il futuro non è più un’opzione

Infine, l’AI può giocare un ruolo anche nella prevenzione dei tumori che ancora non ci sono ma che potrebbero svilupparsi nei cinque anni successivi alla mammografia. Il sistema predittivo è stato sviluppato e testato in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Radiology basato su AI chiamato AsymMirai. Lo studio è stato condotto da Jon Donnelly, dell’Università di Duke a Durham, negli Stati Uniti, e il potenziale di questo approccio è giudicato molto interessante.

Alcune fonti di questo articolo: